Aumento dei femminicidi in Italia: un’analisi della situazione nel 2024 e il ruolo della Sardegna

I dati relativi ai femminicidi in Italia nel 2023 e nel 2024 rivelano un quadro preoccupante. Su 96 donne vittime di femminicidio, ben 64 sono state uccise da attuali o ex partner. Le statistiche segnano un trend allarmante dal 1990, con l’incidenza delle donne vittime che è passata dall’11% al 35% del totale, evidenziando una crescente vulnerabilità del genere femminile. La Sardegna, purtroppo, ha visto un incremento delle vittime, nonostante i suoi sforzi in materia di prevenzione e supporto. Questo articolo esplorerà i dati sui femminicidi, la presenza dei Centri antiviolenza e altresì le iniziative adottate nella regione.

Dati allarmanti sul femminicidio in Italia

Nel 2024, al 17 novembre, il Viminale ha registrato 98 femminicidi, di cui 84 in ambito familiare, con 51 casi attribuiti a partner o ex partner. Questo rappresenta un incremento rispetto ai dati del 2023, quando si sono contati 96 femminicidi, con ben 6 donne uccise in Sardegna rispetto ai 2 casi dell’anno precedente, segnando un aumento percentuale del 200%. Queste statistiche non sono solo numeri, sono storie di vite spezzate, di famiglie distrutte e di una società che fatica a trovare soluzioni efficaci per arginare la violenza di genere.

Le statistiche relative alla Sardegna non devono far passare in secondo piano il grave problema del femminicidio in Italia. Nonostante un valore di 0,25 femminicidi ogni 100 mila abitanti che si posiziona sotto la media nazionale di 0,39, la crescita delle vittime di femminicidio sull’isola dimostra che la questione è ben lungi dall’essere risolta. Quest’analisi deve essere un campanello d’allarme per una presa di coscienza collettiva sulle dinamiche malate delle relazioni.

La realtà dei Centri antiviolenza in Sardegna

Nella lotta contro la violenza di genere, i Centri antiviolenza rivestono un ruolo cruciale. In Sardegna, attualmente operano 12 Centri attivi sul territorio, con un rapporto di 0,15 centri ogni 10 mila donne, lievemente superiore alla media nazionale di 0,13. Questo dato suggerisce un impegno della regione nella creazione di punti di riferimento per le donne in difficoltà.

La distribuzione dei CAV in Sardegna mostra una netta differenza rispetto alla media nazionale: il 50% dei centri sono gestiti da enti locali, mentre il resto proviene da soggetti privati. Questa configurazione è lontana dalla media italiana, dove i soggetti privati rappresentano il 61,9% dei gestori. Tuttavia, l’attività di supervisione all’interno dei CAV sardi è meno efficace, con solo il 75% dei centri che forniscono tale operazione, contrariamente al 89,3% della media italiana.

In termini temporali, la maggior parte dei centri è stata aperta fra il 2010 e il 2013, il che denota una crescente attenzione verso il fenomeno della violenza di genere in un periodo relativamente recente. È fondamentale continuare ad investire in queste strutture per garantire una rete d’aiuto costante e affidabile.

Aumento delle segnalazioni al numero 1522

Il numero antiviolenza 1522 rappresenta una risorsa vitale per le persone vulnerabili. Nel 2024, il servizio ha registrato un aumento notevole delle chiamate. Nei primi tre trimestri dell’anno sono arrivate 746 chiamate dall’isola, cifra che è quasi raddoppiata rispetto al 2023, quando totalizzò 801 chiamate. Questo cambiamento suggerisce un incremento della consapevolezza e della disponibilità delle vittime a chiedere aiuto.

Analizzando trimestralmente, il primo trimestre del 2024 ha visto un’indiscutibile crescita del 123%, con un abbassamento nei trimestri successivi che segnala però un interesse costante nelle segnalazioni. Il picco di 90 chiamate nel quarto trimestre del 2023 è un segnale significativo; si tratta di un incremento del 143% rispetto ai valori del primo trimestre 2023.

La distribuzione delle chiamate per province rivela pattern preoccupanti al CAV e al numero 1522. Cagliari ha ricevuto 120 chiamate, seguita da Sassari con 55. Queste statistiche possono fungere da indicativi di aree geografiche dove potrebbe essere necessaria un’ulteriore azione preventiva.

La percezione della violenza e le campagne di sensibilizzazione

La violenza, non solo fisica ma anche psicologica, è un tema di forte sensibilità in Sardegna, dove secondo un’indagine Istat, il 42,1% della popolazione esprime preoccupazione per il rischio di violenza sessuale. Questo dato evidenzia un’attenzione collettiva verso l’argomento, importante per attuare cambiamenti culturali e normativi.

In risposta a questa realtà, la Regione Sardegna ha lanciato una campagna di comunicazione intitolata “Riconosci la violenza, fermala”. L’iniziativa si propone di sensibilizzare la popolazione riguardo ai segnali di violenza di genere nelle sue varie forme. Lo scopo è di educare e informare, affinché ognuno possa contribuire attivamente al cambiamento sociale, rendendo più difficile la perpetrazione di tali atti.

La campagna si articola in video che esplorano diverse categorie di violenza, dalla violenza domestica agli abusi nello sport, mirando a diffondere consapevolezza e responsabilità collettiva. Questa iniziativa è un passo verso la creazione di una rete di sostegno per le vittime, che includa anche supporto legale e psicologico, attraverso i Centri antiviolenza attivi che garantiscono anonimato e protezione.

La lotta contro la violenza di genere è un obiettivo comune che coinvolge istituzioni e cittadini. La Sardegna, pur registrando una situazione complessa, continua ad investire nella prevenzione e nel supporto delle vittime, cercando di dare voce a chi non la ha.

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Redazione