Nel 2024, la Campania ha registrato risultati sorprendenti nel settore della natalità , con un incremento notevole di nuovi nati presso il Secondo Policlinico di Napoli, uno dei principali centri di neonatologia della regione. Questo dato, che ha superato le tremila unità , rappresenta un segnale positivo in un contesto nazionale che continua a mostrare andamenti negativi. Il professor Francesco Raimondi, docente e direttore della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale dell’Università Federico II, evidenzia l’importanza di questo risultato, che posiziona il reparto come un eccellente punto di riferimento nel sud Italia.
Un traguardo simbolico per la natalità nella regione
La notizia che oltre 3.024 neonati sono stati registrati al Secondo Policlinico di Napoli nel 2024 ha un forte valore simbolico, soprattutto in un periodo in cui la natalità in molte regioni italiane sembra essere in calo. Nel 2023, i neogenitori avevano avuto la difficoltà di accettare un numero inferiore, con solo 2.950 nuovi nati. La crescita numerica di quest’anno è significativa non solo per il reparto, ma anche per l’intera comunità locale, che visualizza questa conquista come un motivo di orgoglio.
Il professor Raimondi sottolinea la sicurezza e la qualità delle cure nel suo reparto. Un punto nascita che gestisce un numero elevato di parti è sinonimo di maggiore sicurezza e competenza. Ma la Campania ha una rete di circa 49 punti nascita, solo il 37% dei quali supera il milione di parti all’anno. Questo solleva interrogativi sul futuro della gestione dei punti nascita nella regione, specialmente in un contesto dove la centralizzazione delle strutture di emergenza può fare la differenza in situazioni critiche.
La sicurezza nei punti nascita e la questione della chiusura
Il dibattito sulla sicurezza dei punti nascita è fondamentale. Il professor Raimondi conferma che gli ospedali con un’affluenza più alta di parti possono garantire un ambiente più sicuro per le partorienti e i neonati. Questo è un argomento caldo, specialmente quando si parla della possibile chiusura di strutture più piccole. Molti cittadini esprimono dubbi e sono pronti a protestare contro queste decisioni, senza necessariamente considerare il rischio connesso a un parto in ospedali con meno esperienza e risorse.
Nuovi nati, anche quelli a basso rischio, possono trovarsi ad affrontare complicazioni impreviste. I dati rivelano chiaramente che persino nel 1-2% dei parti a basso rischio possono emergere situazioni in cui l’équipe medica deve intervenire con urgenza. La soluzione non è semplice, ma per il docente della Federico II è chiaro che il futuro della maternità in Campania deve fare affidamento sulla creazione di reparti più grandi e meglio attrezzati, anziché sulla frammentazione attuale.
Il fenomeno dei parti cesarei: Una questione culturale
Rimane preoccupante il dato che colloca la Campania ai primi posti in Italia per numero di parti cesarei. Questo fenomeno non dipende esclusivamente dalla medicina, ma anche da fattori culturali. Spesso sono le stesse donne a richiedere un cesareo, malgrado gli specialisti raccomandino il parto naturale per i suoi vantaggi intrinseci sulla salute. Tuttavia, Raimondi si mostra ottimista sull’evoluzione della situazione, considerando i provvedimenti intrapresi dalla Regione per sensibilizzare e educare le famiglie sui benefici del parto naturale.
Il desiderio di opzioni maggiormente sicure per la maternità è spesso il motore di tali richieste, e i cambiamenti devono partire da una consapevolezza collettiva più profonda sui processi di nascita e la loro gestione.
La nuova profilassi contro il virus respiratorio sinciziale
Con l’avvio della somministrazione alla popolazione neonatale del farmaco contro il virus respiratorio sinciziale, il Secondo Policlinico sta dimostrando un impegno proattivo nella protezione dei più piccoli. Il programma è attivo dal novembre 2023 e prevederà anche l’estensione della profilassi ai neonati nati prima di questa data, a cura della rete sanitaria territoriale.
Questo nuovo protocollo si inserisce in un quadro di miglioramenti continui nei servizi di assistenza ai neonati, volti a garantire che ogni bambino riceva le migliori cure possibili sin dai primi istanti di vita. La collaborazione tra strutture ospedaliere e servizi territoriali è cruciale per una copertura efficace e per affrontare le sfide sanitarie emergenti.
Un episodio tragico riaccende il dibattito sulla sicurezza
Il 2025 è iniziato con una notizia drammatica per il mondo della maternità e neonatologia: il neonato trovato senza vita in una culla termica a Bari ha scosso le coscienze. Sebbene le indagini siano ancora in corso, questo episodio ha acceso nuovamente il dibattito sulla sicurezza dei neonati e sull’importanza delle pratiche adottate per garantire la loro protezione.
Raimondi ha sottolineato che l’uso delle culle termiche ha una lunga storia di successi nell’assistenza ai neonati abbandonati o in situazioni di emergenza, ma che necessita di continue riflessioni su come migliorare la sicurezza e l’accoglienza. La speranza è che situazioni come quella di Bari non siano mai più un’opzione e che si continui a lavorare per garantire i migliori standard di cura e protezione per ogni nuovo nato.