L’incremento delle gare nei principali campionati di calcio europei sta compromettendo la salute e le prestazioni dei calciatori. Lo studio “Injury Time”, realizzato dall’Associazione Italiana Calciatori , analizza la situazione attuale sul campo, illuminando un tema di rilevanza crescente per il mondo del calcio. Con interviste e dati a supporto, i presidenti dell’AIC e gli esperti di settore mettono in evidenza la relazione tra il numero di partite e l’aumento degli infortuni.
Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha recentemente condiviso significative preoccupazioni riguardo alle conseguenze delle numerose gare su calciatori e squadre. Secondo il dirigente, l’esposizione a un numero elevato di partite è direttamente correlata a un incremento degli infortuni. Calcagno ha spiegato che per i giocatori dei top club la situazione è ancor più critica, dato che molti atleti si trovano a disputare oltre 50 match all’anno, considerando anche le gare con le nazionali. Questi atleti, costretti a continui spostamenti, affrontano viaggi lunghi, spesso intercontinentali, che contribuiscono a un notevole stress fisico e mentale.
I dati presentati dallo studio “Injury Time” evidenziano come un aumento delle partite possa portare a una media di 107 giorni di assenza per infortuni, per coloro che vengono impiegati di più. Questo trend è preoccupante, poiché non solo influisce sulla salute degli atleti, ma abbatte anche la qualità del gioco. Gli infortuni non si limitano a colpire i calciatori durante le partite di club, ma si manifestano in modo significativo anche nel contesto delle competizioni nazionali, dove l’incidenza di infortuni aumenta a causa dei viaggi e delle differenze nei metodi di allenamento.
Un’altra problematica discussa da Calcagno riguarda i rendez-vous ravvicinati tra le partite, comunemente definiti “back to back“. Il presidente dell’AIC ha avvertito che le gare disputate con meno di cinque giorni di recupero possono portare a un incremento preoccupante degli infortuni. Secondo le analisi, i calciatori che si trovano a disputare più di quattro o cinque match consecutivi senza un adeguato recupero fisico non solo rischiano di subire infortuni, ma anche di compromettere la propria capacità di prestazione.
Le critiche mosse dall’AIC evidenziano un problema sistemico legato alla struttura dei calendari sportivi, con l’idoneità fisica dei calciatori che diventa indebolita dalla costante pressione di partecipare a un numero crescente di gare. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che i calendari internazionali, anche quelli della Lega di Serie A, sono sempre più congestionati, lasciando poco spazio per una pausa invernale, che rappresenterebbe invece un importante momento di recupero sia mentale che fisico per gli atleti.
L’argomento della salute dei calciatori ha implicazioni dirette anche per le prestazioni sul campo. Il prolungato impegno innumerevole e la scarsa opportunità di recupero possono causare un calo di rendimento, specie nelle fasi finali della stagione, quando le partite diventano cruciali. In effetti, molti atleti mostrano difficoltà a mantenere elevati standard di gioco dopo un’intensa stagione che sfiora le cinquanta gare disputate.
Di fronte a queste preoccupazioni, l’appeal del calcio stesso potrebbe subire un colpo significativo, poiché gli infortuni e le prestazioni altalenanti dei top player influenzano l’interesse del pubblico. Per mantenere vivo l’interesse attorno a eventi sportivi di alto livello, è fondamentale garantire che i calciatori siano nelle condizioni migliori per esibirsi. Eppure, l’attuale gestione dei calendari sembra rimanere scritta da una logica che privilegia il numero di eventi rispetto alla salute degli atleti e alla necessità di preservare la qualità del gioco.
La problematica degli infortuni nel calcio si rivela quindi un tema cruciale, che merita attenzione e azioni concrete. E con l’evidente aumento delle gare e delle conseguenti problematiche legate agli infortuni, è fondamentale che i vari organismi sportivi collaborino per garantire il benessere dei calciatori e la qualità dello spettacolo.