Il 2024 si è aperto con notizie preoccupanti per la qualità dell’aria in Campania, come evidenziato dal report annuale presentato da Legambiente. Diverse città della regione, tra cui Acerra, Napoli e Pomigliano, hanno superato i limiti consentiti di PM10, le particelle inquinanti dannose per la salute umana. L’aumento dei giorni di sforamento rispetto all’anno precedente ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure adottate per contrastare il problema dell’inquinamento atmosferico. Stressando la necessità di interventi rapidi e concreti, le autorità e le associazioni ambientaliste si trovano a dover affrontare una situazione sempre più critica.
Acerra, Napoli e Pomigliano: l’elenco delle città fuorilegge
Nel 2024, sono state otto le città della Campania a non rispettare i limiti di PM10. In cima alla lista, come da tradizione, c’è Acerra, che ha registrato ben 85 giorni di sforamento. Questo è un dato allarmante, soprattutto considerando anche i 53 giorni rilevati dalla centralina di Scuola Caporale. Seguono San Vitaliano e Napoli, entrambe con 56 giorni di superamento del limite, e Volla con 48 giorni. Altre città come Maddaloni, Pomigliano e Aversa si collocano al di sopra del limite di 35 giorni, evidenziando una situazione complessa che colpisce l’intera area metropolitana.
Un cambiamento significativo è rappresentato dall’inclusione di Pomigliano, che nel 2023 non risultava fuorilegge, mentre Maddaloni ha visto un aumento dei giorni di sforamento rispetto ai 25 del precedente report. La lotta contro l’inquinamento atmosferico si rivela quindi una sfida crescente per le autorità locali, che devono affrontare non solo i dati allarmanti, ma anche le aspettative dei cittadini per un miglioramento della qualità dell’aria.
Conseguenze dei festeggiamenti e il ruolo del termovalorizzatore
I festeggiamenti di Capodanno hanno avuto un impatto considerevole sulla qualità dell’aria, con evidenti superamenti dei limiti di PM10 registrati nelle giornate del 31 dicembre e del 1 gennaio. I “botti di Capodanno” si sono tradotti in picchi di polveri sottili, aggravati da condizioni meteorologiche sfavorevoli, come il ristagno degli inquinanti causato dalla presenza di un campo di alta pressione.
Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, ha commentato la situazione definendola un “miraggio” la possibilità di un’aria pulita nelle città della regione. Parte delle responsabilità sono attribuibili anche alla gestione del termovalorizzatore di Acerra, la cui efficienza nell’affrontare i problemi di inquinamento solleva interrogativi. Nonostante le soluzioni proposte siano conosciute, i ritardi nella loro attuazione continuano a rappresentare un ostacolo significativo alla transizione ecologica necessaria per migliorare la qualità dell’aria.
Azioni urgenti e strategia per il futuro
Il report di Legambiente evidenzia la necessità di misure drastiche e integrate che affrontino le diverse fonti di inquinamento. È fondamentale intervenire sul riscaldamento degli edifici, sulle emissioni industriali e sulla mobilità, partendo da investimenti strategici nel trasporto pubblico. Questo approccio richiede un cambio di mentalità da parte delle istituzioni, con un impegno concreto per mettere in atto politiche di sostenibilità ambientale.
Nonostante le difficoltà, l’analisi dei dati sulle polveri sottili offre l’opportunità di agire in modo tempestivo per proteggere la salute dei cittadini e migliorare la qualità dell’aria. La situazione attuale deve servire come stimolo per le amministrazioni a intraprendere rapidamente un percorso di cambiamento, per garantire un futuro più sano e sostenibile per le generazioni a venire.