Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha espresso le sue opinioni sul futuro del calcio e sul sistema dei diritti TV durante il convegno “Dall’analogico al digitale. Le nuove sfide della comunicazione”. Le sue dichiarazioni offrono uno spaccato delle problematiche attuali e delle differenze tra i vari campionati nel panorama sportivo mondiale, in particolare tra gli Stati Uniti e l’Europa.
Durante il suo intervento, De Laurentiis ha messo in evidenza la rilevanza economica dei diritti televisivi nel calcio e ha tracciato un parallelo significativo con il football americano. Ha riportato che la NFL genera circa 19,7 miliardi di dollari grazie ai diritti TV, mentre la Premier League, uno dei campionati più seguiti al mondo, incassa 7,6 miliardi di euro. In contrapposizione, la Serie A, pur essendo uno dei campionati di calcio di maggiore tradizione e seguito, riesce a raggiungere solo 3,2 miliardi.
Questo confronto non è meramente numerico: evidenzia le differenze strutturali e organizzative che influenzano questi sport. De Laurentiis ha sottolineato che la libertà di impresa negli Stati Uniti stimola un ecosistema in cui le regole sono stabilite e adattate, permettendo un’evoluzione continua. Ha citato come esempio il caso della NBA, dove in passato ci siano stati problemi che hanno richiesto una pausa di sei mesi, dopo la quale il campionato è stato rimodellato, arrivando a generare fatturati significativi.
Il presidente ha manifestato la sua preoccupazione riguardo il sistema della Serie A, evidenziando l’assenza di regolamentazione da parte della politica. Queste mancanze hanno portato a situazioni stagnanti nel calcio italiano, che rischiano di compromettere la sua competitività in un contesto globale. De Laurentiis ha affermato che, nel corso degli ultimi sei anni, prima dell’emergenza sanitaria, aveva già avvertito i suoi colleghi sulla necessità di adottare strategie di autoproduzione e autodistribuzione, competenze che il Napoli ha sempre cercato di sviluppare.
In questo contesto, si pone un problema cruciale: la gestione dei diritti TV. De Laurentiis ha fatto notare che la UEFA sta iniziando a programmare per il futuro, con bandi relativi ai diritti per il periodo 2027-2030 e 2030-2033, mentre i club italiani hanno già ceduto i loro diritti fino al 2029. Questo scenario non è insignificante, poiché significa che le squadre italiane potrebbero trovarsi in una posizione vulnerabile, incapaci di adattarsi a un mercato in evoluzione.
Secondo De Laurentiis, i prossimi mesi saranno cruciali per il futuro del calcio italiano, specialmente in un momento in cui la UEFA intende rifocalizzare i diritti TV su due trienni. Con questo nuovo approccio, i club che parteciperanno alle competizioni europee potrebbero ottenere risorse vitali, mentre le altre squadre potrebbero trovarsi in difficoltà. Il rischio di vedere alcuni club “morire in un solo colpo” è una preoccupazione alimentata dalla mancanza di risorse e di un sistema ben organizzato.
Questo scenario suggerisce la necessità di una riforma economica e strutturale che possa garantire un’equa distribuzione delle risorse, evitando che solo un numero ristretto di squadre possa prosperare. In questa direzione, è fondamentale che i club adottino una mentalità innovativa e imprenditoriale, che consenta loro di esplorare nuove strategie di marketing, distribuzione e autofinanziamento.
Aurelio De Laurentiis ha richiamato l’attenzione sulla potenzialità dei club italiani di autopromuoversi e di creare un prodotto competitivo. Di fronte alle sfide imposte dai mercati globali, è essenziale che le squadre italiane si adattino e approfittino delle tecnologie emergenti e delle opportunità di comunicazione digitale.
La capacità di coinvolgere i fan attraverso canali digitali, unita a un approccio più strategico nella gestione delle proprie risorse economiche, potrebbe rappresentare una via di uscita da una crisi potenzialmente devastante. Con le giuste decisioni e una nuova visione, il calcio italiano potrebbe ritrovare slancio e competitività in un contesto europeo e internazionale sempre più sfidante.