Bambini trapiantati in Campania: genitori chiedono aiuto per una assistenza sanitaria adeguata

La situazione dei piccoli pazienti trapiantati di cuore in Campania sta sollevando un mare di preoccupazioni fra i genitori. Secondo quanto riportato, numerosi bambini non hanno ancora trovato un adeguato percorso terapeutico, con richieste urgenti indirizzate ai vertici regionali. Le testimonianze delle famiglie mettono in luce l’emergenza sanitaria che coinvolge i bambini con necessità di cure specialistiche, lasciandoli in balia di un sistema inefficiente.

L’appello delle famiglie per un’assistenza mancante

Alcuni genitori hanno contattato direttamente il governatore Vincenzo De Luca, esprimendo la loro angoscia per la gestione dei trapianti pediatrici. Attualmente, molti bambini sono costretti a fare riferimento a un ambulatorio per adulti, gestito da un medico con competenze pediatriche, senza la garanzia di un adeguato supporto e di uno spazio adeguato per eventuali ricoveri. Questo stato di cose preoccupa non poco i genitori, che si sentono abbandonati in un momento così delicato.

Pina, una madre a capo di una famiglia che ha vissuto il trapianto del cuore per il suo bambino, ha acceso i riflettori sulla mancanza di un reparto dedicato a questi interventi vitali. “Dopo la chiusura dell’unico reparto che garantiva trapianti pediatrici di successo, la situazione è precipitata,” racconta. La mamma sottolinea un aspetto cruciale: “Non sappiamo più chi effettuerà i trapianti in Campania e chi si occuperà dei bambini già operati.” Queste domande critiche rimangono irrisolte, con le famiglie che avvertono un crescente senso di desolazione.

Le difficoltà quotidiane delle famiglie

Le testimonianze di mamme come Diana e papà di Aurora chiariscono che la frustrazione non è un problema solo di rappresentanza, ma incide direttamente sulla vita quotidiana dei piccoli pazienti. Diana narra la sua esperienza: “L’ospitalità in ambulatorio risulta confusa, e non c’è chiarezza su chi possa prendersi cura dei nostri bimbi.” La paura di non avere un piano rianimatorio e la mancanza di risposte immediate in caso di emergenze sanitarie pesano come un macigno sui cuori di queste famiglie già provate.

Il papà di Aurora esprime la sua delusione nei confronti della struttura sanitaria: “Sembra che non abbiano tempo neanche per rispondere a un’email, mentre si cimentano nell’organizzazione di eventi.” La controprogrammazione rispetto alle reali necessità è palpabile e accresce l’ansia di genitori che si sentono invisibili. “La festa per i trent’anni del CRT è un colpo al cuore, mentre noi siamo qui, afflitti, con un sistema che non funziona,” aggiunge, rimarcando l’assurdità di una celebrazione che avviene in un contesto di crisi.

Richiesta di intervento per cambiare la situazione

Di fronte a tali difficoltà, i genitori hanno riformulato le loro richieste, chiedendo un intervento immediato da parte delle autorità locali. Questo dolore e frustrazione collettiva hanno spinto a abbandonare il silenzio. La mancanza di un piano terapeutico dimensionato sulle esigenze pediatriche è al centro della loro protesta: “I pediatrici trapiantati non sono nella lista dei prioritari nella delibera dell’azienda,” sostengono, auspicando un’azione concreta e immediata per garantire ai loro bambini la salute e l’assistenza di cui hanno bisogno.

Le famiglie continuano a fare pressione su chi di dovere, sperando che le loro voci possano portare a un cambiamento reale. La salute dei loro bambini non può essere messa in discussione e non dovrebbero affrontare sfide aggiuntive già duramente colpiti dalla malattia. La società civile e i dirigenti regionali sono chiamati a rispondere a questa emergenza sanitaria, assicurando che i piccoli pazienti non siano più lasciati soli.

Published by
Valerio Bottini