In vista della partita tra Belgio e Italia, prevista per la Nations League, Umberto Chiariello, noto commentatore sportivo e voce di CRC, ha offerto le sue impressioni sul contesto attuale del calcio. La sfida si presenta in un clima di forte attesa, con gli Azzurri che si preparano a sfruttare una serie di vantaggi, nonostante le assenze significative nel team belga.
La sfida di questa sera tra Belgio e Italia non è solo un importante match di Nations League, ma anche un’occasione per riflettere sulle circostanze in cui si svolge. L’Italia, dopo una campagna europea deludente, si presenta come testa di serie, un aspetto che rappresenta un incentivo strategico. Chiariello sottolinea come i recenti risultati positivi possano fornire una base solida su cui costruire il futuro della nazionale. D’altro canto, il Belgio si presenta a questa sfida notevolmente indebolito, con assenze cruciali che potrebbero compromettere le loro possibilità. Giocatori chiave come Kevin De Bruyne, Doku, Tielemans, Courtois e De Ketelaere non prenderanno parte al match, quasi una mezza squadra assente. La responsabilità ricadrà sulle spalle di Romelu Lukaku, che dovrà affrontare un duello particolare, quello contro il difensore napoletano Buongiorno.
Nel suo intervento, Chiariello si sofferma anche su una forma di nostalgia che pervade il calcio moderno, in particolare in relazione alla numerazione delle maglie. Sebbene affermi di non essere un nostalgico, esprime una certa amarezza per il fatto che bambini oggi non possano indossare maglie iconiche come la 10 di Diego Maradona*. Tale cambiamento, secondo Chiariello, priva il calcio della sua identità storica e del legame profondo tra numero di maglia e ruolo specifico in campo. Rievocando figure storiche del calcio, come Del Piero e Platini, egli sottolinea l’importanza di una tradizione che ha caratterizzato il gioco, e che sembra oggi minacciata.
Un altro tema che Chiariello affronta è l’importanza dei terzini, spesso misconosciuti nella loro funzione. Egli spiega come il loro nome derivi dalla terminologia del rugby, evidenziando un passaggio storico che ha trasformato il ruolo difensivo. I terzini, che in passato erano considerati parte della terza linea, hanno subito un’evoluzione, diventando laterali nel moderno schema di gioco. Attualmente, l’Italia può contare su due tra i migliori esterni difensivi d’Europa: Dimarco e Cambiaso. Mentre Dimarco si distingue come un esterno di enorme talento, Cambiaso si fa notare per la sua versatilità, in grado di giocare su entrambe le fasce. Chiariello riporta l’attenzione sulla potenza e la dinamicità che questi giocatori portano nel team, ingredienti essenziali per il rilancio del calcio italiano.
Infine, Chiariello esprime il suo rammarico per la perdita della “poesia” nel calcio. Un tema ricorrente è l’inarrestabile crescita delle polemiche legate all’introduzione del VAR, che ha, secondo lui, sostituito la bellezza intrinseca del gioco con dibattiti e controversie. In un calcio oggi centrato sulle guerre tra opinioni e sistemi di controllo, si perde di vista l’estetica e l’emozione che il football dovrebbe infondere. La mancanza di poesia, conclude Chiariello, è un segnale preoccupante, un sintomo di un mondo che sta perdendo la sua connessione con le radici culturali e storiche del gioco.