Il mondo del cinema è scosso da una nuova vicenda legata a molestie sessuali che coinvolge Blake Lively, protagonista del film “It Ends With Us – Siamo Noi a Dire Basta”, e Jason Baldoni, regista e co-star della pellicola. Lively ha ufficialmente presentato una denuncia contro Baldoni, accusandolo di aver orchestrato una campagna mirata a danneggiare la sua reputazione dopo che lei ha denunciato comportamenti inappropriati sul set. Baldoni non ha tardato a rispondere, trascinando il New York Times in una disputa legale per presunta diffamazione.
L’accusa di molestie e la risposta di Baldoni
La denuncia di Blake Lively arriva dopo un articolo pubblicato dal New York Times il 21 dicembre, in cui emergeva un clima tossico ambientale durante le riprese di “It Ends With Us”. L’attrice ha accusato Baldoni di aver manipolato informazioni e comunicazioni per screditarla, sostenendo che il regista e il suo team avessero messo in atto una campagna ben organizzata per ferire la sua immagine pubblica. Questo scenario ha portato Baldoni a unirsi ad altri querelanti in una causa da 250 milioni di dollari nei confronti del giornale, per calunnia e invasione della privacy.
Baldoni, noto per il suo ruolo in “Jane The Virgin”, sostiene che le accuse mosse da Lively siano frutto di un montaggio scellerato di informazioni, finalizzato a ingannare il pubblico. Secondo quanto riportato, Baldoni ha dichiarato che il New York Times avrebbe selezionato e alterato informazioni, privandole del contesto originale, e avrebbe così distorto la narrazione riguardante gli eventi accaduti sul set.
Il New York Times ha difeso il suo lavoro, affermando di aver riportato i fatti in modo preciso e meticoloso, basandosi su un’analisi approfondita di documenti originali, tra cui messaggi di testo ed e-mail. La redazione ha ribadito il proprio impegno nel seguire i fatti indipendentemente dalle conseguenze, sottolineando l’importanza del giornalismo d’inchiesta.
La denuncia di Lively contro il sistema
Al cospetto delle accuse di Baldoni, Blake Lively ha chiarito che la sua azione legale intende mettere in discussione e portare alla luce le tecniche subdole usate in rappresaglia contro chi si espone denunciando abusi e comportamenti scorretti. L’attrice ha definito il tentativo di screditarla come una violazione della sua dignità e ha sperato che il suo gesto servisse a proteggere altre persone che potrebbero trovarsi nella sua stessa situazione.
Nei documenti presentati, Lively ha incluso come imputati anche il team di Baldoni, oltre alla sua casa di produzione Wayfarer e le portavoci Melissa Nathan e Jennifer Abel, accusando tutti di aver partecipato attivamente a questa strategia di diffamazione. Con la sua denuncia, l’attrice vuole dimostrare che chi denuncia non deve temere ritorsioni, affinché si crei un ambiente più sicuro e giusto per tutti.
Il film “It Ends With Us” e i retroscena del cast
“It Ends With Us” è un adattamento cinematografico del bestseller omonimo scritto da Colleen Hoover, pubblicato nel 2016. La trama affronta temi complessi come l’amore, la violenza domestica e il coraggio di rompere cicli di abuso e tossicità nelle relazioni. Il film ha destato interesse per la sua narrazione intensa e per i collegamenti con questioni sociali rilevanti, diventando un argomento di discussione e dibattito.
Durante il press tour dello scorso agosto, sono emerse voci di dissapori tra i membri del cast, alimentando ulteriormente i pettegolezzi e le speculazioni riguardo al clima interno alle riprese. Lively e Baldoni si erano astenuti dal promuovere il film insieme, contribuendo a creare una tensione che rispecchia le attuali accuse e dispute legali. “It Ends With Us” ha ottenuto un buon successo al botteghino, incassando oltre 350 milioni di dollari a livello globale, ma il contesto dello sviluppo della pellicola è ora segnato da questa controversia, che ha evidenziato il delicato equilibrio tra la carriera e la sicurezza personale degli artisti nel settore.