Blitz della Polizia contro il gruppo suprematista “Werwolf Division”: 12 arresti in tutta Italia

Un’importante operazione della Polizia di Stato ha comportato l’arresto di 12 individui legati a un gruppo neonazista noto come “Werwolf Division”. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato a misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Bologna e ha interessato diverse località italiane. Le accuse sono gravi e riguardano associazione con finalità di terrorismo, istigazione a delinquere per motivi razziali e detenzione illegale di armi da fuoco. Oltre agli arresti, sono state effettuate anche 13 perquisizioni domiciliari, che evidenziano la portata di questo intervento della polizia.

La nascita e l’ideologia di “Werwolf Division”

Il nome “Werwolf Division” richiama le storiche brigate naziste che operarono alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Fondate nel 1945, queste squadre avevano il compito di svolgere operazioni di guerriglia e sabotaggio contro le forze Alleate. Il gruppo contemporaneo, purtroppo, sembra trarre ispirazione da queste pratiche violente, cercando di replicare un’ideologia di odio e suprematismo razziale che ha caratterizzato la storia europea.

Dalle indagini è emerso che i membri della “Werwolf Division” non erano semplici simpatizzanti, ma che la struttura del gruppo era ben organizzata e gerarchica. Gli indagati ricoprivano ruoli specifici, che andavano dal ‘Comandante’ all’‘Editore’ e all’‘Istruttore’, evidenziando una dinamica simile a quella di un’organizzazione di tipo paramilitare. Questa struttura gerarchica ha forse facilitato il reclutamento di nuovi membri e la diffusione delle loro ideologie violente.

Le autorità competenti si sono rese conto del pericolo rappresentato da questa organizzazione, che non solo minaccia la sicurezza pubblica ma promuove attivamente l’odio e la violenza. La “Werwolf Division” si distingue per l’utilizzo di strumenti di propaganda, in particolare attraverso i social media, per diffondere le proprie idee estremiste e reclutare nuovi aderenti.

L’operazione maglie di sicurezza: le indagini delle forze dell’ordine

Il blitz della Polizia di Stato si è inserito in un contesto di crescente preoccupazione per la diffusione di gruppi estremisti in Italia. L’operazione si basa su due anni di indagini condotte dalle Digos di Napoli e Bologna, in collaborazione con diversi altri enti e specializzazioni della Polizia. Questo approccio multidisciplinare ha permesso una raccolta di prove e informazioni essenziali per smantellare un’organizzazione così insidiosa.

Il Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Interno ha giocato un ruolo fondamentale nel coordinare le forze coinvolte. Inoltre, il supporto della Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica ha permesso di analizzare la dimensione digitale di questa minaccia. Le perquisizioni, effettuate contemporaneamente in diverse località, hanno avuto come obiettivo il sequestro di materiale e documentazione utile alle indagini.

Le Direzioni Distrettuali Antiterrorismo delle Procure della Repubblica di Napoli e Bologna hanno supervisionato le operazioni, dimostrando l’impegno delle istituzioni nel contrastare il fenomeno del terrorismo interno, che si è manifestato negli ultimi anni attraverso nuove forme di estremismo e violenza.

L’operazione rappresenta un passo significativo da parte delle autorità italiane nella lotta contro l’estremismo, ma sottolinea anche la necessità di rimanere vigili in un contesto in cui tali ideologie possono trovare fertile terreno di crescita.

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Valerio Bottini