La spiaggia di Mappatella, uno dei luoghi iconici di Napoli, è stata teatro di un’operazione di polizia che ha portato all’arresto di cinque individui accusati di affittare abusivamente ombrelloni e sdraio. Le attività avvenivano in un lembo di spiaggia pubblico, trasformato in un lido privato da chi aveva messo in atto un vero e proprio racket sotto gli occhi di bagnanti e turisti.
gestione abusiva di una spiaggia pubblica
L’operazione delle forze dell’ordine
I Carabinieri della Compagnia Centro di Napoli, in collaborazione con la Polizia Municipale, hanno condotto un’operazione di controllo mirata, volta a contrastare la privatizzazione non autorizzata delle aree costiere. Gli uomini in uniforme hanno scoperto che un gruppo di soggetti stava gestendo in modo illegale una porzione di spiaggia libera, situata sul lungomare Caracciolo, a pochi passi dalla rotonda Diaz. Questa operazione ha rivelato quanto fosse sistematica l’attività illecita messa in atto dai denunciati, che avevano come obiettivo principale quello di lucrarci durante il periodo di massima affluenza turistica e locale, in particolare attorno al Ferragosto.
Le modalità di affitto
I denunciati avevano stabilito delle tariffe predeterminate per l’utilizzo di ombrelloni e sdraio, esercitando una sorta di controllo su quell’area, impedendo così l’accesso libero agli avventori e comportandosi come se il lembo di spiaggia fosse di loro proprietà. Questa attività, oltre a configurarsi come un abuso, solleva interrogativi circa la vigilanza e la supervisione delle autorità competenti sulle aree demaniali costiere, frequentemente soggette ad attacchi di illegalità e privatizzazione.
il legame con il clan strazzullo
La figura di un affittuario noto
Tra i denunciati, un soggetto è noto per i suoi legami con il clan Strazzullo, un’organizzazione mafiosa attiva nella zona di Chiaia e riconducibile all’Alleanza di Secondigliano. La presenza di questa persona nel gruppo di affittuari ha suscitato preoccupazioni non solo per il danno economico arrecato alla comunità, ma anche per le possibili ramificazioni criminali che atti di questo tipo possono generare. La trasformazione di spazi pubblici in aree di affari privati e controllati da organizzazioni criminose rappresenta una delle sfide che le autorità locali continuano a fronteggiare.
Un sistema organizzato di affitto
Le modalità di funzionamento del sistema abusivo non si limitavano semplicemente all’affitto, ma includevano anche il mantenimento di un’influenza sugli avventori, fatto che rendeva difficile per i bagnanti ignorare le imposizioni di tariffe. Questo tipo di attività crea non solo disturbo, ma compromette anche la fruibilità di spazi che dovrebbero rimanere aperti e a disposizione di tutti i cittadini, specialmente in una città come Napoli dove la cultura del mare è parte integrante della vita urbana.
la reazione delle forze dell’ordine e le minacce
Minacce ai carabinieri
Durante l’operazione, un sesto individuo è stato denunciato per minacce nei confronti dei carabinieri. Questo soggetto, già noto alle forze dell’ordine, ha reagito in modo aggressivo ai controlli, promettendo di dare fuoco alle autorità con una latta di benzina. Tale comportamento ha evidenziato la tensione e il clima di terrore spesso associato ad attività illecite, sottolineando la necessità di una risposta decisa da parte delle forze dell’ordine e una maggiore attenzione alla sicurezza pubblica.
Misure future e responsabilità
La denuncia di queste cinque persone e la confisca di oltre venti ombrelloni e trenta sdraio non sono solo un passo importante per ripristinare l’ordine in una delle spiagge più frequentate di Napoli, ma anche una necessità per un approccio più rigido contro pratiche di privatizzazione abusiva nel futuro. Le forze dell’ordine sono chiamate a mantenere alta la guardia, svolgendo controlli regolari su queste aree, affinché i cittadini possano continuare a godere della bellezza delle spiagge pubbliche senza timori di sfruttamento.