Il Bologna ha dato il via alla sua avventura in Champions League con un pareggio contro lo Shakhtar Donetsk, una squadra che si è dimostrata alla portata per gli emiliani. Nonostante alcuni rimpianti dovuti a occasioni sprecate, il Bologna ha mostrato segnali di crescita significativi. Questo risultato offre una base morale solida per affrontare il percorso nella massima competizione europea. La prestazione del portiere Lukasz Skorupski, che ha parato un rigore, e quelle dei difensori, insieme a un atteggiamento di coraggio dopo l’addio di Thiago Motta, sono state determinanti nell’andamento del match.
Nel match di esordio in Champions League, il Bologna si trova subito sotto pressione. Dopo solo 1 minuto e 40 secondi di gioco, il difensore Posch atterra in area il brasiliano Eguinaldo, procurandosi un rigore. Tuttavia, la fortuna sorride agli emiliani grazie a Lukasz Skorupski, che ipnotizza il tiratore Sudakov e para il rigore. Questo intervento diventa un punto di svolta per la partita, consentendo al Bologna di sbarazzarsi della tensione iniziale e di iniziare a giocare con maggiore fluidità.
La decisione di Skorupski di respingere il tiro non solo ha salvato il Bologna da un immediato svantaggio, ma ha anche infuso il giusto coraggio nei compagni. Da quel momento in poi, la squadra emiliana inizia a dominare il gioco, mostrando un maggiore possesso palla e creando occasioni pericolose. Gli infortuni subiti da Sikan e Konoplia, nel primo tempo, ulteriormente mettono in crisi gli schemi dello Shakhtar Donetsk, aprendo spazi per gli attaccanti bolognesi.
Dopo il rigore parato, il Bologna inizia una serie costante di attacchi. I giocatori chiave, come Ndoye e Lykogiannis, si inseriscono in modo efficace tra le linee, creando opportunità favorevoli per il tiro. Ndoye, in particolare, si distingue con discese veloci lungo la corsia di sinistra, riuscendo a mettere in mezzo palloni pericolosi. Castro ha una grande chance di portare in vantaggio i rossoblù, trovandosi a tu per tu con il portiere avversario, ma il suo tentativo viene ben respinto da Riznyk.
La risposta dei portieri è stata decisiva: mentre Skorupski ha impedito all’avversario di segnare dal dischetto, Riznyk ha parato diverse conclusioni incisive, mantenendo la propria porta inviolata. Questi scambi di opportunità hanno reso il primo tempo ricco di emozioni, con il Bologna certamente più attivo ma incapace di concretizzare le occasioni.
Con l’inizio del secondo tempo, l’allenatore Italiano decide di apportare modifiche alla formazione, inserendo forze fresche dalla panchina, come Pobega, Iling e Dallinga. L’intento è quello di sbloccare la situazione e riportare a casa i tre punti. L’intensità del Bologna aumenta, e le occasioni da rete continuano a susseguirsi. Castro e Orsolini ci provano nuovamente, ma ogni tentativo trova uno scudo nella solidità della difesa dello Shakhtar.
Matviyenko emerge come protagonista difensivo, sventando numerosi attacchi bolognesi. Nonostante gli sforzi disperati negli ultimi minuti, il Bologna non riesce a trovare il gol decisivo e il match si chiude sul punteggio di 0-0. Tuttavia, l’aspetto positivo da evidenziare è il primo clean sheet della gestione di Italiano, un chiaro segnale di crescita.
Il pareggio consente al Bologna di muovere la classifica nella fase a gironi di Champions League, un punto che potrebbe rivelarsi cruciale nel prosieguo della competizione.