Il bracconaggio rappresenta una problematica crescente in Italia, evidenziata da un recente incidente accaduto a Massa Lubrense. In questo caso, un esemplare di Smeriglio, un rapace protetto dalla legislazione nazionale, è stato smascherato e recuperato dopo essere stato colpito da un cacciatore. Malgrado il divieto di attività venatoria imposto per motivi di sicurezza pubblica a causa del vertice del G7 che si svolgeva a Napoli, il maltrattamento della fauna selvatica continua a verificarsi, richiamando l’attenzione sul crescente problema del bracconaggio nel paese.
Durante il fine settimana, alcuni residenti della località Monticchio a Massa Lubrense hanno rinvenuto uno smeriglio a terra, gravemente ferito. Il rapace presentava un’ala rotta e sanguinava. Dopo il ritrovamento, gli abitanti hanno immediatamente contattato i volontari del WWF Terre del Tirreno, che hanno provveduto al recupero dell’animale. Successivamente, lo smeriglio è stato trasferito all’ASL locale per le prime cure e, in seguito, portato al Frullone, un centro specializzato di recupero per fauna selvatica a Napoli. Purtroppo, nonostante gli sforzi, il rapace è deceduto poco dopo il suo arrivo.
La morte di questo smeriglio non solo sottolinea la violenza del bracconaggio, ma mette in luce anche la fragilità delle specie protette, le quali necessitano di una maggiore protezione e sorveglianza da parte delle autorità competenti. La vicenda ha scatenato l’indignazione di esperti e attivisti, i quali hanno sollecitato un intervento più robusto per garantire la tutela della fauna selvatica in Italia.
Claudio D’Esposito, presidente del WWF nella Penisola Sorrentina, ha fornito dettagli significativi riguardo allo smeriglio. Questa specie è definita come il più piccolo rapace diurno europeo, con dimensioni che variano dai 24 ai 33 centimetri di lunghezza e un’apertura alare compresa tra 50 e 67 centimetri. Generalmente, lo smeriglio è un uccello migratorio, e nella storia medievale europea, era molto apprezzato in falconeria per la caccia di piccoli uccelli.
Negli anni, gli smerigli hanno subito una drammatica diminuzione delle popolazioni in Italia, specialmente nella prima metà del Novecento, a causa dell’uso intensivo di pesticidi nell’agricoltura. Negli ultimi tempi, però, si è osservato un leggero recupero della specie, anche se l’abitudine al bracconaggio, unita ad altri fattori ambientali, può compromettere ulteriormente questo progresso.
D’Esposito ha palesato preoccupazioni per il destino di questo rapace, che segue una sequenza di eventi nefandi nel territorio, incluso il caso recente di un Allocco colpito e abbandonato in un campo agricolo. Questi episodi hanno messo in evidenza una crescente tendenza al bracconaggio, richiedendo un’attenzione maggiore da parte delle autorità per proteggere la fauna selvatica.
Le segnalazioni di attività di bracconaggio non sono poche e arrivano da diverse località italiane. Le forze dell’ordine hanno recentemente effettuato operazioni per fermare cacciatori di frodo. Ad esempio, alcuni agenti della Polizia Provinciale a Castellammare di Stabia hanno fermato un bracconiere che stava cercando di catturare e commercializzare cardellini in un’area vicino a una scuola. Questi eventi applaudono l’urgenza di interventi nelle aree in cui il bracconaggio è diffuso e di istituire misure di controllo più efficaci.
Le montagne e le aree agricole della regione sono spesso soggette a attività venatorie illegali, in particolare durante la stagione di caccia. Gli attivisti segnalano che le trappole notturne sono frequentemente usate e che incendi dolosi vengono appiccati per facilitare la cattura di specie protette, creando danni ecologici enormi. Questi problemi non solo minacciano la biodiversità, ma mettono anche a rischio la sicurezza delle comunità circostanti, specialmente in occasione di eventi di grande rilevanza pubblica come il G7.
Questa situazione critica evidenzia la necessità di un’iniziativa comune tra le autorità locali, le forze dell’ordine e le organizzazioni ambientali per creare un ambiente più sicuro e sostenibile per la fauna selvatica. La consapevolezza e l’impegno collettivo sono elementi essenziali per combattere il bracconaggio e proteggere le specie a rischio nel paese.