Gianluigi Buffon, leggendario ex portiere della Juventus e della nazionale italiana, ha condiviso alcune riflessioni significative in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Le sue parole non solo raccontano la sua carriera, ma offrono anche uno spaccato umano e professionale della vita di uno dei più grandi atleti del calcio moderno. Da esperienze con allenatori storici a momenti privati, Buffon si svela in una conversazione che delinea le sue influenze e la sua personalità.
Nel corso della sua carriera, Buffon ha lavorato con diversi allenatori rinomati che hanno contribuito alla sua crescita professionale. Parla di “sergenti” come Scala, Capello e Conte, figure in grado di energizzare e motivare i giocatori. Ognuno di loro, con il proprio stile unico, ha avuto un impatto determinante nel plasmare il carattere del portiere e dei suoi compagni di squadra. Questi allenatori sapevano come scuotere e spronare i calciatori a dare sempre il massimo, creando un ambiente competitivo e stimolante.
D’altra parte, Buffon menziona anche gli allenatori più “psicologi”, come Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri. Questi, a loro volta, hanno dimostrato l’importanza di currere con tatto e comprensione in momenti critici. Buffon ricorda un episodio emblematico della gestione di Allegri: alla vigilia di una partita, il mister scrisse semplicemente il numero “3” sulla lavagna degli schemi. Questo gesto voleva comunicare ai giocatori che erano “tre volte più forti” degli avversari e che dovevano credere nelle proprie capacità.
Nel ripensare a chi sia stato l’allenatore più forte, Buffon sottolinea come ognuno di essi fosse “l’uomo giusto nel momento giusto”. La sua previsione riguardo all’approdo di Conte al Napoli, affermando che la squadra partenopea avrebbe finito tra le prime due del campionato, dimostra la fiducia e il rispetto che ha nei confronti di chi ha guidato le proprie carriere.
Il tema dell’amore emerge quando Buffon racconta la sua relazione con Ilaria D’Amico, una figura ben nota nel mondo della televisione e del giornalismo sportivo. Durante una conversazione con Conte, Buffon rivela la reazione del tecnico alla notizia della sua relazione. La risposta di Conte, “Un fuoriclasse sta con una fuoriclasse”, mette in rilievo non solo la grandezza del portiere, ma anche quella della donna con cui ha scelto di condividere la vita.
La loro storia inizia in un contesto particolare, dopo una partita cruciale contro il Milan, dove un gol non convalidato a Muntari ha sollevato polemiche. In quell’occasione, Ilaria pose a Buffon una domanda che si rivelò provocatoria e densa di significato: “Se si fosse accorto che la palla era entrata, l’avrebbe detto all’arbitro?” Buffon, rimanendo fedele alla sua natura schietta, ammise di non essersi reso conto dell’accaduto e che, in ogni caso, non avrebbe informato l’arbitro. Questa confidenza scatenò un putiferio mediatico, rivelando tanto about him quanto sulla percezione pubblica delle sue scelte.
Questo racconto offre uno spaccato della vita di Buffon, non solo come calciatore, ma anche come uomo, rivelando un lato più personale e vulnerabile che spesso sfugge all’attenzione negli articoli sportivi. Con la sua sincerità e il suo approccio diretto, Buffon continua a incantare i tifosi, tanto per le sue gesta in campo quanto per la sua integrità fuori dal campo.