Una ricerca condotta dall’Osservatorio indifesa ha rivelato che quasi un giovane su due in Italia è coinvolto in fenomeni di bullismo o cyberbullismo. Questa problematica, intensificata dall’uso diffuso della tecnologia e delle piattaforme social, merita di essere esplorata in dettaglio per comprenderne le dinamiche, i fattori di rischio e le iniziative legislative attuate per il contrasto di tali atti violenti.
Secondo un’indagine condotta da Terre des Hommes, OneDay e la community di ScuolaZoo, su un campione di 3.405 ragazzi e ragazze italiani di età compresa tra i 14 e i 26 anni, è emerso che il 47,7% dei giovani ha subito atti di bullismo o cyberbullismo. Tra i motivi più comuni di attacco, il 37% degli intervistati ha citato l’aspetto fisico come il principale pretesto, seguiti da discriminazioni basate su origine etnica , orientamento sessuale , condizione economica , religione , identità di genere e disabilità .
L’ampio resoconto di violenze psicologiche e fisiche tra i giovani include incidenti di emarginazione e umiliazioni pubbliche . Gli effetti di tali attacchi si riflettono significativamente sulla vita sociale e accademica delle vittime. Infatti, il 38% degli intervistati ha dichiarato di aver sperimentato una diminuzione della propria autostima e fiducia negli altri, mentre il 21% ha registrato un deterioramento del rendimento scolastico. Ulteriori conseguenze includono l’ansia sociale e panico , disturbi alimentari e depressione .
Le tecnologie moderne hanno trasformato il modo in cui si manifestano e si diffondono le situazioni di bullismo. Il cyberbullismo, in particolare, si è affermato come una forma allarmante di intimidazione, operando al di fuori delle mura delle scuole e infiltrandosi nelle vite quotidiane e private dei giovani. Le piattaforme online offrono spazi dove gli aggressori possono perpetrare atti di violenza psicologica in modo persistente, aumentando l’isolamento sociale delle vittime.
Non trascurabile è il ruolo delle dinamiche relazionali tra i giovani e l’influenza dei modelli di comportamento ripresi dai social network. La competizione sociale, la ricerca di approvazione e la paura di essere esclusi possono alimentare situazioni vessatorie, creando un ciclo di violenza difficile da spezzare.
In risposta all’aumento preoccupante dei casi di bullismo e cyberbullismo, la Regione Campania ha approvato una legge specifica contro tali fenomeni. Il provvedimento, con dieci articoli, definisce le tipologie di bullismo e le misure da adottare per garantire il rispetto della dignità individuale. La legge si propone di affrontare il bullismo non solo a livello individuale, ma anche coinvolgendo le scuole, gli educatori e le comunità locali.
Le iniziative previste dalla legge mirano a promuovere una cultura inclusiva e di rispetto, favorendo l’educazione tra pari. Uno degli aspetti innovativi della legge è l’approccio alla “cittadinanza digitale”, che sottolinea l’importanza di un utilizzo consapevole e responsabile della tecnologia.
Uno degli obiettivi principali è l’istituzione della “Settimana regionale contro il bullismo e il cyberbullismo”, che coinciderà con la Giornata nazionale del 7 febbraio. Inoltre, sarà creato un Comitato regionale per la lotta al bullismo, avente il compito di monitorare e promuovere azioni di sensibilizzazione e prevenzione. A tal fine, il governo regionale ha previsto un fondo di 200 mila euro dedicato alla prevenzione e al contrasto del bullismo.
La Regione Campania ha messo in evidenza l’importanza di garantire un ambiente sereno e sicuro per i giovani, come ha dichiarato l’assessore regionale all’istruzione, Lucia Fortini, sottolineando l’impegno dell’ente nell’implementare programmi di supporto per le vittime e le loro famiglie nelle istituzioni scolastiche.
Per affrontare in modo efficace il fenomeno del bullismo, è fondamentale l’impegno congiunto di tutte le istituzioni, le famiglie e le comunità locali. Creare spazi di dialogo e prevenire situazioni di conflitto attraverso la fiducia e il rispetto reciproco rappresenta una sfida cruciale per il futuro delle nuove generazioni. È solo attraverso un intervento globale e coordinato che si potrà aspirare a un cambiamento significativo nella cultura giovanile, contrastando le radici del bullismo e del cyberbullismo.