Caivano, il ministro Piantedosi affronta le contestazioni sulle demolizioni abitative nel Parco Verde

A Caivano, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si è trovato al centro di un acceso dibattito riguardante le demolizioni di alcune abitazioni coinvolte nel processo di riqualificazione del Parco Verde. La situazione si è fatta tesa dopo gli sgomberi di 36 alloggi avvenuti a novembre, all’interno di un’operazione più ampia per ripristinare la legalità in un’area conosciuta per i suoi problemi legati alla criminalità. Durante un incontro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il ministro ha affrontato le preoccupazioni delle famiglie interessate dagli abbattimenti programmati, promettendo di verificare in dettaglio le situazioni segnalate.

La situazione degli sgomberi nel Parco Verde

Nel novembre scorso, a Caivano, si sono resi necessari 36 sgomberi su 240 alloggi identificati come irregolari all’interno del Parco Verde. Questa azione ha scatenato un acceso dibattito tra le autorità e le associazioni locali, in particolare l’associazione “Casa mia“, che ha chiesto un intervento per fermare le demolizioni di quattro case programmate per il prossimo lunedì. Durante la riunione, Piantedosi ha sottolineato che è essenziale conciliare il ripristino della legalità con la salvaguardia delle famiglie vulnerabili, evidenziando l’importanza di procedere con cautela e sensibilità.

“I dati segnalati successivamente agli sgomberi sono fondamentali per capire come procedere”, ha dichiarato il ministro. La sua posizione è chiara: si deve garantire un controllo accurato delle situazioni abitative, soprattutto in aree delicate come il Parco Verde.

Il monitoraggio della criminalità nelle abitazioni

Un punto cruciale emerso dall’incontro è la presenza di abitazioni nel rione conosciuto come “Bronx“, adiacente al Parco Verde, che continuano a essere abitate da persone con legami con la criminalità. “Abbiamo discusso di questa questione”, ha affermato Piantedosi, promettendo di estendere l’attenzione anche ad altre aree della città per monitorare situazioni potenzialmente pericolose. L’impegno del ministro è stato quello di tornare a Caivano entro metà gennaio per un aggiornamento sulla situazione.

Il governo si sta preparando a implementare misure efficaci per garantire che ogni area riceva la necessaria attenzione. Questo ha suscitato reazioni diverse da parte dei cittadini, alcuni dei quali temono che le operazioni di sgombero e demolizione possano aumentare la precarietà delle famiglie già vulnerabili.

La protesta delle famiglie e le promesse del ministro

La protesta da parte delle famiglie e dell’associazione “Casa mia” è stata evidente durante il comitato. Le persone hanno manifestato il loro dissenso riguardo alle demolizioni imminenti, esprimendo preoccupazioni relative al futuro abitativo e alla loro sicurezza. Piantedosi ha affermato di voler approfondire questa questione, prendendo in considerazione tutte le voci e le testimonianze prima di prendere decisioni finali.

Durante il suo intervento, il ministro ha dichiarato di essere in contatto con il prefetto Michele di Bari e il sindaco della Città metropolitana, Gaetano Manfredi, per garantire un approccio coordinato e rispettoso delle esigenze locali. Il governo si sta impegnando a fare tutto il possibile per trovare una via di mezzo che tuteli la sicurezza pubblica senza calpestare i diritti delle famiglie coinvolte.

La situazione rimane sotto attenta osservazione e la risposta delle istituzioni sarà decisiva per il futuro della comunità di Caivano e per il recupero del Parco Verde.

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Redazione