
Calamucci chiarisce che l'idea di docenti britannici nei servizi segreti è un'invenzione, smentendo le speculazioni
Calamucci smentisce accuse nel caso Equalize
Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker al centro del caso Equalize, ha rilasciato dichiarazioni sorprendenti durante il suo interrogatorio del 11 dicembre 2025. Secondo il verbale, Calamucci ha negato l’esistenza di una presunta squadra di analisti e cyber-spie, guidata da due professoresse britanniche, emersa da intercettazioni e documenti dell’inchiesta. Per lui, si tratterebbe di una pura invenzione.
Un’invenzione per proteggere i suoi associati
Calamucci ha rivelato di aver creato questa “storiella” per tutelare i suoi collaboratori, Cornelli e Cavicchi, agli occhi di Carmine Gallo, il suo cliente di lunga data. “Ho firmato Monica per far credere a Carmine che c’era un’altra persona”, ha spiegato, chiarendo che i nomi delle due professoresse, utilizzati nelle comunicazioni, erano solo un espediente per sostenere la sua tesi.
Accessi abusivi e collaboratori sconosciuti
In realtà, Calamucci ha svelato che un’altra azienda era responsabile della fornitura degli Sdi, ovvero gli accessi abusivi. Questa società, secondo le sue parole, gli inviava report e dati, contando su un team di circa 40-42 analisti. Tuttavia, l’hacker ha ammesso che la sostanza di queste operazioni era scarsa, affermando che gli unici analisti di cui si fidava erano Mattia Coffetti, Samuele Abbadessa e Giulio Cornelli, tutti coinvolti nell’inchiesta per associazione a delinquere.
Negazioni e competenze informatiche
In un ulteriore colpo di scena, Calamucci ha negato di aver mai fatto parte di Anonymous, il noto collettivo di hacker. “Mai, mai, le mie doti informatiche sono medie”, ha dichiarato, cercando di distaccarsi da qualsiasi associazione con gruppi di hacking di alto profilo. Le sue affermazioni, sebbene sorprendenti, pongono interrogativi sulla veridicità delle informazioni emerse durante le indagini e sul ruolo che ha realmente avuto in questa complessa vicenda.
Le dichiarazioni di Calamucci, se confermate, potrebbero avere ripercussioni significative sul corso dell’indagine e sull’immagine di chi è coinvolto nel caso Equalize. La verità, per ora, rimane avvolta nel mistero, mentre le autorità continuano a scavare più a fondo in questa intricata rete di relazioni e attività illecite.