In Georgia, il calcio non è solo un gioco, è un potente simbolo di speranza e identità. Recentemente, i manifestanti hanno utilizzato palloni di calcio, in particolare quelli con il nome e il numero di Khvicha Kvaratskhelia, per esprimere il loro dissenso nei confronti delle elezioni recenti e del nuovo presidente, l’ex-calciatore Mikheil Kavelashvili. La situazione nel Paese è tesa e la passione per il calcio diventa un modo per richiedere diritti e rinnovamento.
La manifestazione di piazza e il pallone simbolo della protesta
Sotto il freddo pungente di Tbilisi, il 14 dicembre si sono radunati centinaia di migliaia di manifestanti, molti dei quali portavano con sé palloni da calcio. Tra questi, spiccavano quelli con il logo del Napoli e il nome di Kvaratskhelia, giovane attaccante che ha rapidamente conquistato il cuore di molti georgiani. I manifestanti, per buona parte giovani studenti, si sono riuniti per rivendicare elezioni libere e un futuro migliore per la loro nazione. “Se un calciatore può diventare presidente, anche noi possiamo aspirare a qualcosa di più,” ha affermato Anna, studentessa universitaria, mentre impugnava un pallone azzurro.
La protesta ha avuto luogo in un clima di discordia e tensione. Le recenti elezioni legislative del 26 ottobre sono state caratterizzate da accuse di brogli, portando a un clima di sfiducia nei confronti del partito al potere, Sogno Georgiano, e di Kavelashvili stesso. I manifestanti hanno voluto sottolineare l’importanza della democrazia, ricordando che il loro desiderio non è solo politico, ma anche culturale, simbolizzato dai palloni di calcio che portano un messaggio di unità e speranza.
Kavelashvili: dalla carriera calcistica alla presidenza
Mikheil Kavelashvili è un ex-calciatore con un passato prevalentemente legato alla Dinamo Tbilisi e al Manchester City. Il suo passaggio dalla carriera sportiva alla politica è avvenuto nel 2016, quando è entrato a far parte del partito di governo, Sogno Georgiano. Due anni dopo, ha creato un proprio partito di destra, Potere al Popolo. La sua controparte politica è spesso criticata per la sua natura marcatamente anti-occidentale, in un contesto in cui molti georgiani aspirano all’integrazione nell’Unione Europea.
Il suo arrivo alla presidenza, previsto per il 29 dicembre, ha suscitato timori tra i manifestanti, che vedono in lui una figura manovrata da interessi più alti, come quelli dell’oligarca Bidzina Ivanishvili e, in certi casi, della Russia. “Kavelashvili rappresenta un’opzione politica inadeguata,” ha affermato Alexander, un altro studente presente in piazza, avvertendo che il suo mandato potrà ripercuotersi negativamente sul futuro politico della Georgia.
La speranza dei giovani e il simbolo kubo di Kvaratskhelia
I palloni di Khvicha Kvaratskhelia sono diventati simboli di un desiderio collettivo di cambiamento e di rinnovamento. Durante la manifestazione, i giovani georgiani hanno espresso il loro malcontento verso i politici di una generazione passata, auspicando un futuro migliore guidato dalle nuove leve. Frasi come “Forza Napoli, forza Kvicha, forza Georgia” riecheggiavano tra i manifestanti, esprimendo un forte legame tra il calcio e la ricerca di un’identità nazionale.
Davit, un coetaneo di Alexander, ha sottolineato la frustrazione verso le figure politiche precedenti che, come Kakha Kaladze, hanno fatto del calcio un trampolino di lancio per le loro ambizioni politiche. Kaladze, ex-calciatore del Milan e attuale sindaco di Tbilisi, è stato oggetto di critiche per la sua ambivalenza nei confronti della Russia. I giovani stanno cercando nel calcio e nei suoi attuali protagonisti una forma di riscatto, lontana dai scandali politici di un passato recente.
I manifestanti guardano con speranza alle future elezioni, confidando che una figura come Kvaratskhelia possa rappresentare un ponte verso una società più democratica e aperta, lontana dai legami con la politica di ieri. I palloni che rotolano in piazza non sono solo oggetti ludici, ma rappresentano la speranza di una generazione che vuole cambiare le sorti del proprio Paese.