A Pagani, nella provincia di Salerno, è emersa un’inquietante infiltrazione della camorra all’interno dell’amministrazione comunale. Un’operazione condotta dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, su ordinanza della Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto di otto persone legate al clan Fezza-De Vivo. Le accuse vanno dal condizionamento elettorale alla corruzione, evidenziando un quadro preoccupante di collusione tra criminalità organizzata e istituzioni pubbliche.
Il clan Fezza-De Vivo ha dimostrato una capacità preoccupante di infiltrarsi nel tessuto amministrativo di Pagani, grazie a legami consolidati con un imprenditore e politico locale, Alfonso Marrazzo. Figurando come consigliere comunale per due decenni ed assessore all’Ambiente fino al 2016, Marrazzo è già noto alle autorità poiché condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. La sua posizione ha consentito al clan di ottenere illecitamente diversi appalti pubblici, inclusi lavori per la gestione del cimitero e servizi di pulizia delle strade.
Le indagini hanno svelato un sistema complesso dove la cooperativa PE.DE.MA., presieduta da Marrazzo, ha agito come intermediario per il clan, consentendogli di rafforzare il proprio controllo sulle risorse pubbliche. Questo intreccio ha messo in luce la vulnerabilità delle istituzioni locali e ha messo a rischio la trasparenza necessaria nella gestione degli appalti pubblici.
Oltre al controllo degli appalti pubblici, il clan Fezza-De Vivo ha cercato di influenzare le elezioni amministrative a Pagani, tentando di ottenere il consenso per i propri candidati. Secondo le evidenze raccolte, il clan ha esercitato pressioni sugli elettori, imponendo il voto per figure che non facevano parte della coalizione vincente. Questo tentativo di manipolare il processo democratico evidenzia la pericolosa amalgama tra criminalità e politica, in cui l’illegalità si traduce in manovre strategiche per il controllo del potere locale.
È emerso che i membri del clan avrebbero anche cercato di instaurare rapporti con la nuova amministrazione, una tattica per mantenere la loro influenza nel governo locale, nonostante i cambiamenti politici. Tale comportamento ha sollevato la questione dell’integrità degli istituti democratici e della necessità di uno sforzo collettivo per contrastare l’influenza della mafia sulla vita pubblica.
L’operazione che ha portato agli arresti odierni è un importante passo avanti nella lotta contro la camorra a Pagani. Gli otto arrestati, tre dei quali sono stati portati in carcere e cinque agli arresti domiciliari, devono rispondere ad aggravi accuse che includono condizionamento elettorale e corruzione. La giustizia, anche se lenta, sta tentando di sradicare l’influenza mafiosa dal tessuto sociale e politico della città.
Questa situazione inquietante non solo mette a rischio il buon funzionamento delle istituzioni, ma influisce anche sul benessere della comunità. Effetti collaterali della camorra si manifestano in una minore fiducia pubblica, nell’inefficienza dei servizi e nel deterioramento della qualità della vita. Per garantire un futuro libero dalla criminalità organizzata, è fondamentale che le autorità locali, insieme ai cittadini, collaborino attivamente per individuare e combattere ogni forma di infiltrazione mafiosa nelle dinamiche comunali.