Recenti dichiarazioni di Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, mettono in evidenza la persistente situazione di rischio dei Campi Flegrei. Durante un incontro tenutosi presso l’auditorium di Bagnoli, il geologo ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sull’attività vulcanica, evidenziando i segni premonitori che continuano ad essere monitorati costantemente.
Dal 2012, i Campi Flegrei sono stati in uno stato di allerta giallo, che indica una situazione di potenziale pericolo che richiede attenzione costante. Di Vito ha specificato come il vulcano stia attualmente vivendo una fase di attività sismica e deformazione del suolo, oltre a segni di intensa attività geotermica. Questi fattori sono monitorati quotidianamente dall’Osservatorio, per garantire una valutazione tempestiva del rischio.
Secondo le parole di Di Vito, “la deformazione del suolo ha mostrato un rallentamento negli ultimi tempi, riducendo temporaneamente la frequenza dei terremoti.” Tuttavia, “ciò non deve indurre in errore,” poiché la dinamica vulcanica sottostante continua senza interruzioni. La riduzione della sismicità non significa che il vulcano sia in fase di quiescenza; al contrario, i segni di movimento indicano che il sistema geologico è ancora attivo e monitorato con rigorosa attenzione.
Le dichiarazioni del direttore dell’Osservatorio esprimono una netta preoccupazione per le potenzialità eruttive dei Campi Flegrei. L’ipotesi di un’eruzione esplosiva è concreta, ma rimane incerto il luogo preciso da cui potrebbe originare. Il monitoraggio continuo è essenziale per comprendere i cambiamenti che possono avvenire e per pianificare eventuali misure di emergenza.
Di Vito ha insistito sull’importanza cruciale di un costante monitoraggio e su come le informazioni raccolte possano influenzare i piani di mitigazione del rischio nel lungo termine. Il cambiamento nei parametri del vulcano, come la deformazione del suolo o le variazioni nella sismicità, è fondamentale per la previsione di eventi eruttivi e per garantire la sicurezza delle popolazioni circostanti.
La valutazione dei dati è una componente essenziale per identificare potenziali nuove bocche eruttive e per elaborare strategie preventive. Questo approccio sistematico è fondamentale per garantire che la popolazione di Napoli e delle aree limitrofe sia preparata e informata sui rischi legati all’attività vulcanica.
Il direttore ha anche chiarito che un’attività di prevenzione adeguata è necessaria, specialmente considerando la storia eruttiva violenta dei Campi Flegrei, che include eventi catastrofici che hanno avuto un impatto significativo su vasta scala. “La preparazione ai flussi piroclastici, nubi di gas e cenere deve diventare una priorità per tutti.”
Un altro tema trattato da Di Vito riguarda la sensibilizzazione della popolazione di Napoli rispetto al rischio vulcanico dei Campi Flegrei. Essendo un vulcano di tipo caldera, la cui ampiezza di circa 20 km ospita diversi centri vulcanici, è cruciale che i cittadini comprendano le potenziali conseguenze di un’eventuale eruzione.
Il direttore ha espresso empatia nei confronti degli abitanti, riconoscendo le difficoltà di convivere con una minaccia pronta a manifestarsi. Tuttavia, ha enfatizzato che “solo attraverso la consapevolezza e la preparazione si possono affrontare efficacemente questi rischi.” Il lavoro preliminare che si sta realizzando in questo contesto rappresenta una novità, poiché mai prima d’ora era stata intrapresa un’azione così articolata e sistematica per affrontare e prevenire le possibili conseguenze di un’erosione esplosiva del vulcano.
Garantire la sicurezza degli abitanti richiede un impegno collettivo, dove la collaborazione tra istituzioni scientifiche e comunità locali è fondamentale per costruire un futuro più sicuro e resiliente alla potenziale attività vulcanica.