La problematica dell’inquinamento acustico a Napoli continua a destare preoccupazione tra i residenti, particolarmente nei Quartieri Spagnoli. Ultimamente, una sentenza del tribunale ha dato ragione a dieci abitanti di piazza Bellini, condannando il Comune al risarcimento di oltre 230mila euro. Questo ha riacceso la speranza di chi, da anni, vive il disagio della musica ad alto volume e della frenesia notturna. Salvatore Bellissario, uno dei residenti più attivi nella denuncia, racconta la propria esperienza e le difficoltà quotidiane imposte da una vita accanto ai locali notturni.
Salvatore Bellissario, abitante di via Cisterna dell’Olio, vicino a Spaccanapoli, esprime il suo malcontento: «Non riesco a dormire, la musica dei bar è incessante». I locali notturni, con una concentrazione elevata di permessi, danno vita a una movida sfrenata che, a quanto pare, supera spesso i limiti di tollerabilità imposti dalla legge. Bellissario è circoscritto da tre bar che operano fino a notte inoltrata. Qui, la situazione risulta insostenibile non solo per lui, ma anche per i coabitanti, inclusi anziani e persone con disabilità, per i quali il riposo diventa un problema.
In centinaia hanno firmato petizioni e avviato cause legali contro il Comune, con l’obiettivo di ridurre l’orario di attività dei locali rumorosi. Bellissario ricorda come, durante la causa, sia stata presentata una relazione tecnica che dimostrava superamenti di 18 decibel rispetto ai limiti consentiti. L’amministrazione comunale, però, ha risposto negativamente a suggerimenti come la chiusura anticipata dei locali, giustificandosi con la necessità di non creare concorrenza sleale con altre aree della città.
I residenti di vico Quercia sono stanchi delle promesse non mantenute. Bellissario racconta che, nonostante gli sforzi per segnalare le violazioni, le autorità competenti raramente sono intervenute. «Abbiamo un fascicolo alto mezzo metro di denunce, eppure nulla è cambiato», afferma con un’espressione di frustrazione. Nei rari casi in cui i carabinieri sono intervenuti, la loro presenza non ha risolto il problema e, anzi, gli stessi residenti hanno subito rimproveri per la lamentela.
La situazione potrebbe finalmente volgere a favore dei residenti, soprattutto dopo il recente verdetto positivo per piazza Bellini. Ma la risposta del Comune, che ha annunciato un appello contro la sentenza, ha suscitato ulteriori malcontenti tra chi vive nella frenesia dei Quartieri Spagnoli. La speranza per una vita notturna più tranquilla si scontra contro una resistenza istituzionale che sembra ignorare le necessità dei cittadini.
La questione dell’inquinamento acustico nei Quartieri Spagnoli non è un caso isolato, ma rappresenta un problema diffuso in molte zone della città di Napoli. Dalla movida di via Aniello Falcone, al Vomero, al centro storico, i residenti avvertono le conseguenze di un turismo incontrollato e di una vita notturna esuberante. Rivolgendosi all’agente, un abitante di questa zona, celando il proprio nome, sottolinea: «I locali cominciano a suonare musica già dalle 10 del mattino». Questa situazione crea una vera e propria invasione sonora che impedisce ai cittadini di vivere serenamente nelle loro case.
Negli ultimi anni, il flusso turistico ha dovuto fare i conti con un aumento di baretti e punti di ristoro, molti dei quali non rispettano le normative di rumore. Questo ha determinato un conflitto tra le esigenze di vita dei residenti e l’attrazione turistica della città. Il contrasto tra la vitalità del centro storico e il diritto al riposo ha portato a una crescente tensione. La gente che vive qui si chiede come riuscire a trovare un equilibrio tra le due esigenze, senza che una prevalga sull’altra.
È evidente che il problema del rumore e della movida a Napoli richiede un’attenzione seria e duratura. La missione di trovare soluzioni concrete sembra più urgente che mai, mentre i cittadini continuano a chiedere rispetto per il loro diritto alla tranquillità. Una città che prospera grazie al turismo ha bisogno, di riflesso, anche del benessere e del riposo dei suoi abitanti.