Caos occupazionale a Pomigliano d’Arco: gli operai di Stellantis nel mirino della crisi industriale

Pomigliano d’Arco, storicamente uno dei centri nevralgici della produzione automobilistica in Italia, vive attualmente un periodo di crisi senza precedenti. Da settembre, il lavoro presso lo stabilimento Stellantis ha subito un forte rallentamento, culminato nell’attivazione della cassa integrazione per i dipendenti. A fronte di una domanda di mercato in calo per la Panda, che viene prodotta in questo impianto, la casa automobilistica ha optato per l’introduzione della Grande Panda, prodotta in Serbia, sollevando interrogativi sul futuro della produzione italiana.

La situazione critica dello stabilimento Stellantis

Da diversi mesi, lo stabilimento di Pomigliano d’Arco sta affrontando una realtà preoccupante. Con una produzione ridotta e il ricorso alla cassa integrazione, gli operai si trovano in una situazione di incertezza crescente. L’azienda giustifica queste scelte economiche con la flessione della domanda per il modello Panda, ma il fatto che un nuovo modello venga lanciato sul mercato da una fabbrica estera complica ulteriormente la comprensione della strategia aziendale. Gli operai, che hanno sempre visto Pomigliano come un simbolo di eccellenza produttiva, si trovano ora a fare i conti con la mancanza di certezze riguardo alla loro occupazione.

Un altro aspetto cruciale è rappresentato dalla mancanza di una chiara direzione per la produzione di veicoli ibridi ed elettrici nello stabilimento. Con il crescente spostamento del mercato verso segmenti più sostenibili, l’assenza di linee dedicate alla tecnologia ibrida e elettrica solleva ulteriori preoccupazioni. La prospettiva di un adeguamento ai nuovi standard di mobilità sostenibile sembra essere ancora lontana e gli operai temono che questo possa tradursi in una marginalizzazione definitiva della fabbrica di Pomigliano nel contesto dell’evoluzione industriale.

Le promesse non mantenute dell’amministratore delegato

In un recente passato, l’amministratore delegato Carlos Tavares aveva dichiarato l’intenzione di riportare la produzione automobilistica in Italia a livelli superiori rispetto alle attuali 473.000 unità. Tuttavia, le promesse fatte si scontrano con la realtà di uno stabilimento in difficoltà, che sembra non avere una prospettiva chiara. Piuttosto, cresce la percezione che procedere con continui primi segnali verso la chiusura o la redistribuzione delle produzioni, lasciando gli stabilimenti italiani a navigare in un mare di incertezze.

In un contesto di immobilismo, il personale di Pomigliano si sente trascurato, mentre le politiche governative tardano ad intervenire in modo decisivo. La mancanza di misure adeguate per sostenere il settore automotive e garantire la stabilità occupazionale rende ancora più insostenibile la già precaria condizione dei lavoratori. La situazione attuale, se non affrontata in modo immediato e incisivo, rischia di compromettere ulteriormente le prospettive di sviluppo non solo della fabbrica di Pomigliano, ma dell’intero comparto industriale del Mezzogiorno.

La solidarietà verso i lavoratori e le organizzazioni sindacali

La crisi in atto ha acceso un forte sostegno tra lavoratori e sindacati, che stanno unendo le forze per difendere i diritti occupazionali e rivendicare un futuro migliore per Pomigliano d’Arco. Le iniziative di lotta si stanno moltiplicando, con una crescente mobilitazione per sollecitare le istituzioni a prendere posizione e offrire soluzioni concrete per garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro.

È cruciale che il governo e le autorità locali riconoscano l’importanza dello stabilimento di Pomigliano nel panorama industriale italiano e intervengano tempestivamente per salvaguardarne l’esistenza. Gli operai e le loro famiglie stanno vivendo un momento di difficoltà e una forte azione collettiva potrebbe essere l’unico modo per garantire un futuro dignitoso e occupato nella zona. La storia dell’automotive in Italia ha bisogno di un rinnovato slancio che possa riportare il paese al centro della produzione e dell’innovazione nel settore automobilistico.

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Redazione