Il panorama sportivo italiano è in fermento, e la situazione attuale della Roma F.C. è al centro delle discussioni tra esperti e tifosi. Durante una puntata del programma radiofonico “1 Football Club“, condotto da Luca Cerchione su 1 Station Radio, Carlo Jacomuzzi, presidente dell’Aioc ed ex osservatore sportivo della Roma, ha condiviso dettagliate osservazioni sulla condotta della società e sulla crescita dei giovani giocatori. Le sue dichiarazioni offrono uno spaccato interessante di ciò che accade dentro e fuori dal club giallo-rosso.
Il momento attuale per la Roma si presenta complesso. Con i giocatori in pausa e la ricerca di un nuovo allenatore ancora in corso, Jacomuzzi esprime preoccupazione sulla gestione della società da parte della proprietà dei Friedkin. Secondo il presidente dell’Aioc, la Roma sembra essere “allo sbando“, con decisioni strategiche che dipendono da procuratori esterni piuttosto che da una visione chiara e unitaria da parte del management. La proposta di acquisizione dell’Everton, pur con le sue problematiche economiche, sottolinea come i Friedkin possano essere più interessati a investimenti sul lungo periodo, munendosi di ricchezze derive dalla costruzione di stadi, piuttosto che alla cura dei valori interni della Roma. Importante è anche il richiamo al rispetto che si deve avere verso una storica società come la Roma, invitando chi governa a intervenire davanti alle difficoltà attuali.
Jacomuzzi tocca anche il tema del futuro della squadra, rimarcando che una società di tale rilevanza non può affidarsi a scelte guidate da interessi esterni, perché ciò potrebbe compromettere le radici e l’identità storica del club. L’intervistato sollecita quindi un intervento più attivo e diretto da parte del management, affinché la Roma possa tornare al centro della competizione calcistica sia nazionale che internazionale.
L’emergere di giovani promesse è un tema centrale nel discorso di Jacomuzzi, che riconosce l’importanza di questi talenti nel futuro del calcio italiano. Con una nuova stagione all’orizzonte, la scoperta di giovani atleti significa che il sistema giovanile in Italia sta finalmente iniziando a dare frutti, anche se con delle criticità. In particolar modo, Jacomuzzi sottolinea il successo delle formazioni giovanili e delle Nazionali Under, ponendo l’accento sull’ottimo lavoro svolto nei settori giovanili. Tuttavia, evidenzia che, nonostante questo fermento interno, molte società italiane preferiscono investire in giovani stranieri per ragioni economiche.
Questa tendenza è vista come un problema per il movimento calcistico nazionale, che rischia di perdere l’opportunità di coltivare i propri talenti. Inoltre, Jacomuzzi critica la gestione linguistica all’interno delle società, dove i direttori sportivi spesso non parlano la lingua locale, creando ulteriori barriere comunicative. La mancanza di un approccio più coeso e attento da parte delle dirigenze aiuta a capire come mai i Friedkin possano trovarsi in una posizione di svantaggio nella comprensione delle dinamiche del calcio italiano.
Un ulteriore punto di dibattito sollevato da Jacomuzzi è quello riguardante l’inserimento di giocatori fuori quota nelle formazioni Primavera. Per il presidente dell’Aioc, questa prassi risulta controproducente. Rivela che l’assenza di regole chiare da parte di istituzioni come Coverciano ha permesso che si favoriscano giocatori già esperti, piuttosto che investire su giovani promettenti. In paesi come la Francia o l’Inghilterra, i giovani calciatori accumulano un comfort di partite che li prepara decisamente meglio al confronto con il calcio professionistico.
Al contrario, il focus su talenti esteri aumenta il dislivello competitivo tra i vivai italiani e quelli stranieri. Gli osservatori devono tornare a guardare in casa, valorizzando i talenti locali anziché rivolgersi a mercati lontani. Jacomuzzi ricorda che in passato il scouting era molto più diretto e qualitativo, con scouting attivo nelle varie regioni italiane. Oggi, invece, sembra che i talenti vengano cercati in realtà sempre più distanti e meno tradizionali per il calcio italiano.
Un esempio emblematico di talento sottovalutato è offerto da Buongiorno, che ha dimostrato nel corso della stagione di avere abilità eccezionali nel ruolo di difensore. Jacomuzzi riflette su come la valutazione dei giovani nei vari club debba essere più accurata e tempestiva. Sottolinea l’importanza di monitorare i ragazzi non solo durante il loro primo impatto in prima squadra, ma sin dalle prime fasi in cui si avvicinano al professionismo.
Identificare e premiare le qualità di un giovane giocatore richiede professionalità e un serio impegno da parte delle società. Solo in questo modo ci si può assicurare che talenti come Buongiorno non vengano trascurati, ma integrati opportunamente nelle squadre maggiori. L’abilità di una società di coltivare e far emergere nuovi talenti non può essere sottovalutata, ed è cruciale per il futuro non solo dei club stessi, ma dell’intero movimento calcistico italiano.