Carmine Martino analizza vent’anni di presidenza De Laurentiis e parla del presente del Napoli

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Carmine Martino, radiocronista ufficiale delle partite del Napoli, ha condiviso le sue riflessioni sul ventennale presidio di Aurelio De Laurentiis e sull’attuale situazione della squadra partenopea. Durante la trasmissione “Un aperitivo con Marco Giordano” su CRC, Martino ha analizzato i momenti più significativi dell’era De Laurentiis e le aspettative per il futuro del Napoli.

Vent’anni di De Laurentiis: successi e difficoltà

La presidenza di Aurelio De Laurentiis è stata segnata da alti e bassi, ma come ha sottolineato Martino, i successi hanno avuto un impatto considerevole su tifosi e squadra. «I vent’anni dell’era De Laurentiis sono stati la salvezza», ha affermato, riconoscendo i difetti del presidente ma sottolineando anche la sua grandezza. Martino ha richiamato alla mente ricordi vividi, come il primato in classifica e la storica trasferta a Udine. Eventi importanti, come la vittoria della Supercoppa a Doha contro la Juventus con un Gonzalo Higuain in grande forma, si confermano tra i momenti più emozionanti per il radiocronista, che ha anche menzionato altre vittorie significative a Torino.

Ma non tutte le esperienze sono state positive. Martino ha ricordato le delusioni, incluse partite dolorose come quella persa ad Avellino, che ha segnato il primo anno di presidenza di De Laurentiis senza la promozione in Serie A. La dualità dei ricordi evidenzia come il percorso sia stato costellato da successi esaltanti ma anche da momenti di amarezza.

La gestione degli allenatori e le decisioni strategiche

Martino ha offerto una valutazione degli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Napoli. Ha sottolineato che Carlo Ancelotti, sebbene abbia avuto successo, non è stato in grado di ottenere risultati all’altezza delle aspettative. Secondo Martino, la fortuna ha giocato un ruolo fondamentale nella carriera di Ancelotti al Napoli, e le sue decisioni si sono scontrate con una mancanza di supporto da parte della società. Viceversa, il tecnico Antonio Conte ha ricevuto l’attenzione e il supporto necessari per costruire una squadra competitiva.

Un punto controverso è stato l’operato di Roberto Donadoni, ritenuto da Martino l’allenatore che ha dato meno contributo alla causa partenopea. Sottolineando il valore di Ancelotti come grande allenatore, ha comunque messo in discussione la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti richiesti dal contesto del Napoli.

Un calcio imprenditoriale e le sfide del mercato

Martino ha parlato dell’evoluzione del calcio moderno, descrivendo la trasformazione dello sport in un’impresa. Ha evidenziato come i tifosi tendano a romanticizzare il calcio del passato, mentre oggi è fondamentale adottare un approccio pragmatista alle regole del mercato. De Laurentiis, secondo Martino, rappresenta uno dei pochi imprenditori puri nel mondo del calcio, riuscendo a ottenere risultati di rilievo e a confrontarsi efficacemente con altre società internazionali.

La sua visione proiettata verso il futuro, inclusa l’introduzione di sostituzioni multiple e di rose ampliate, ha anche avuto implicazioni significative per il Napoli. Martino ha sottolineato come questi cambiamenti siano parte di una strategia ben definita che si riflette in una gestione oculata delle risorse a disposizione.

Aspettative e rivalità nel campionato

Il radiocronista ha anche toccato il tema della rivalità con il Cagliari, sottolineando le difficoltà storiche che il Napoli ha incontrato in Sardegna. Martino ha citato lo spareggio contro il Piacenza come un momento cruciale che ha alzato l’asticella delle aspettative. Le sfide contro il Cagliari, caratterizzate da un elevato livello agonistico, continuano a rappresentare incontri memorabili per la squadra partenopea.

Con uno sguardo al futuro, Martino ha discusso della possibile formazione, riflettendo sulle scelte di Conte e sull’impatto di Lukaku in campo. Con le sue idee, Conte cercherà di trovare l’equilibrio necessario per guidare il Napoli a nuove vittorie, mantenendo sempre viva la competitività della squadra in un campionato che richiede una continua evoluzione.

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