In un’epoca caratterizzata da un’abbondanza di contenuti patinati sui social, il nuovo film “Carry-On” emerge come un racconto che celebra la normalità trasformata in straordinarietà. I protagonisti, persone come tante, si trovano ad affrontare situazioni complicate che li portano a scoprire il loro lato eroico. La pellicola, disponibile su Netflix dal 13 dicembre, porta sullo schermo un messaggio motivante, invitando ogni spettatore a riconoscere la forza dentro di sé.
Il thriller diretto da Jaume Collet-Serra ruota attorno alla figura di Ethan Kopek, interpretato da Taron Egerton, noto per il suo ruolo di Elton John in “Rocketman”. Ethan è un giovane agente di sicurezza all’aeroporto che, nel giorno di Natale, si trova a dover affrontare una terribile situazione. Viene ricattato da un misterioso viaggiatore, impersonato da Jason Bateman, che lo costringe a permettere il passaggio di un pacco pericoloso attraverso i controlli di sicurezza. Questo scenario di alta tensione trasforma una giornata festiva in un’avventura di suspense, dove il protagonista lotta per salvare non solo se stesso, ma anche gli altri passeggeri del volo.
La storia non è solo un aggregato di colpi di scena; riflette su tematiche moderne come l’ansia e la pressione lavorativa, tirando in ballo emozioni condivisibili. Ethan, inizialmente descritto come un “ragazzo non notevole“, rappresenta una parte di noi che spesso è sottovalutata, ma che può risorgere nei momenti di crisi. Egerton sottolinea l’importanza di mostrare come “chiunque possa diventare un eroe“, dando così forza e speranza allo spettatore.
Il film è ambientato all’interno di un aeroporto, un luogo simbolico dove le emozioni si intrecciano. Sofia Carson, che recita accanto a Egerton nel ruolo della compagna di Ethan, riflette sulla decisività di questo setting. “L’aeroporto è una meta delle ansie moderne, in cui i comportamenti delle persone cambiano, amplificati dalla pressione del momento”, afferma. Questo spazio diventa un microcosmo dell’umanità, dove sentimenti come la gioia, la paura e la trepidazione si mescolano in un turbine di emozioni.
Le performance di Carson e degli altri attori non si limitano a trasmettere l’adrenalina della trama. Vengono anche esplorati i lati più vulnerabili dei personaggi, creando così una connessione profonda con il pubblico. “Spero che gli addetti alla sicurezza vedano se stessi nei personaggi, in un modo che li faccia sentire compresi”, continua Egerton, evidenziando l’importanza di rappresentare la realtà dei lavoratori in un contesto tanto frenetico.
Danielle Deadwyler, parte del cast nel ruolo di una poliziotta, offre una prospettiva sull’ansia, descrivendo l’aeroporto come un luogo che genera varie emozioni. “Per alcuni è fonte d’ansia, per altri è gioia”, afferma l’attrice, che paragona la pellicola a “Die Hard”. La sfida per i protagonisti è quella di affrontare le proprie paure, una tematica presente in fondo a tutte le storie di avventura.
Anche la Carson riflette sull’ansia, considerandola un superpotere. “La mia ansia deriva da una ricerca della perfezione: è un carburante che mi spinge a dare il massimo”, racconta, facendo parallelismi tra il suo vissuto e quello di molti. Queste dichiarazioni portano a una comprensione profonda delle sfide quotidiane che affrontiamo e che spesso ci rendono più forti.
“Carry-On” rappresenta quindi non solo un thriller d’azione, ma un invito a identificarsi con i personaggi e a riscoprire la propria forza interiore. Non è soltanto una storia di eroi, ma un racconto di persone comuni che affrontano l’impossibile e, alla fine, imparano a vedersi come esseri umani, completi di difetti e vulnerabilità.