A Napoli, il Palazzo Reale è diventato il palcoscenico di CasaCorriere Festival, un evento che celebra l’arte, la cultura e l’architettura. La seconda giornata è stata inaugurata dal talk dal titolo “Le architetture della città”, un incontro che ha riunito esperti e pionieri del settore per discutere tematiche rilevanti legate al futuro degli spazi urbani e alla loro relazione con la cultura e l’identità dei territori.
L’importanza di architetture e territori nel dialogo culturale
Il primo blocco del talk, intitolato “Segni d’autore, formazione, territori”, ha visto la partecipazione di Ugo Cilento, fondatore di Maison Cilento, e dello chef Giuseppe D’Addio. Moderati da Edoardo Vigna e Anna Paola Merone, i relatori hanno affrontato il tema della connessione tra architettura e identità culturale. Durante la discussione, è emersa l’importanza di una formazione solida nel settore dell’architettura, sottolineando come le competenze acquisite siano fondamentali nella creazione di progetti capaci di valorizzare i territori.
Si è parlato di come l’architettura possa riflettere e modellare la cultura locale, creando spazi che non siano solo funzionali ma che raccontino una storia. La conversazione ha toccato anche il tema della sostenibilità, esplorando come l’integrazione di pratiche eco-compatibili possa trasformare le città in luoghi più vivibili.
La presenza dello chef D’Addio ha ulteriormente arricchito il dibattito, poiché ha evidenziato il legame tra gastronomia e architettura, mostrando come gli spazi di ristorazione possano influenzare le esperienze culinarie e viceversa. Il pubblico ha così potuto comprendere che l’architettura non è solo una questione di edifici, ma un mezzo per migliorare la qualità della vita e l’esperienza culturale dei cittadini.
Beni culturali e città: un dialogo sulle sfide attuali
Il secondo blocco, intitolato “Beni culturali e forme urbane, porti e fabbriche di energia”, ha preso il via con gli interventi di Lorenzo Matacena, vicepresidente di Caronte & Tourist, e Daniela Stradiotto, presidente del CDA Cobar. Anche questa sezione è stata moderata da Edoardo Vigna, che ha guidato la discussione verso le problematiche attuali legate alla gestione e valorizzazione dei beni culturali.
Matacena ha portato alla ribalta il tema fondamentale della marina e dei porti, esplorando come questi spazi possano fungere da catalizzatori per lo sviluppo urbano e come possano influire sull’economia locale. Le sinergie tra beni culturali e forme urbane sono state analizzate con attenzione, con riferimento ai modelli di riqualificazione e recupero degli spazi industriali.
Stradiotto ha condiviso la sua esperienza, mettendo in luce come le fabbriche di energia rappresentino una risorsa vitale nel contesto urbano, non solo dal punto di vista produttivo ma anche come patrimonio da salvaguardare e valorizzare. Durante il dibattito, è stata ribadita l’importanza di politiche mirate che possano integrare l’architettura con la storia e il contesto sociale, creando un percorso condiviso che porti a una nuova coscienza collettiva.
L’anima delle forme: il design come linguaggio urbano
L’ultimo blocco del talk, “L’anima delle forme”, ha visto una riflessione sul potere del design e della comunicazione visiva nell’ambito urbano. Armando Milani, graphic designer noto per la creazione dell’immagine simbolo di CasaCorriere Festival 2024, ha discusso con Anna Paola Merone e Vanni Fondi di come il design possa diventare un mezzo per raccontare storie e valorizzare identità locali.
Milani ha evidenziato come un buon progetto visivo possa interagire con gli spazi pubblici, rendendo il messaggio culturale accessibile e coinvolgente. La conversazione si è focalizzata sulla necessità di un linguaggio visivo che dialoghi con il contesto urbano, per creare un’esperienza immersiva per il pubblico.
In questa sezione, si è parlato anche del ruolo della tecnologia nel design contemporaneo e della sua capacità di influenzare l’architettura e la comunicazione urbana. I partecipanti hanno convenuto che l’innovazione deve andare di pari passo con la tradizione, creando un equilibrio che possa sostenere la crescita delle città moderne. L’evento si è chiuso con l’auspicio di stimolare ulteriori riflessioni sulle architetture e le pratiche culturali future, essenziali per un’evoluzione armoniosa dei nostri spazi.