Casalnuovo di Napoli: un modello di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Il Comune di Casalnuovo di Napoli si distingue come un esempio virtuoso nell’ambito della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, avviando un significativo processo di valorizzazione sicura e sociale di immobili sottratti a mafie e illegalità. In un recente convegno organizzato da Libera presso il Palazzo Lancellotti, la tematica del riutilizzo di questi beni è stata approfondita, coinvolgendo comunità, istituzioni e associazioni. Attraverso relazioni e testimonianze, è stata evidenziata l’importanza di tali beni non solo come risorse materiali, ma come strumenti di cambiamento culturale e sociale.

L’uso sociale dei beni confiscati

Durante il convegno, la professoressa Angelica Romano ha esposto l’imprescindibile valore dell’uso sociale dei beni confiscati. “La bonifica culturale dei nostri territori passa anche attraverso la reintegrazione di queste strutture nel tessuto sociale: case abbandonate si trasformano in case famiglia e centri d’accoglienza,” ha affermato. Questi spazi, un tempo simboli di illegalità, vengono ora riempiti di significato positivo e trasformati in risorse preziose per la comunità. Sono luoghi dove si alimenta la solidarietà, l’accoglienza e, soprattutto, dove si costruisce un futuro migliore per le generazioni più giovani.

È stato, così, delineato un contesto in cui i beni confiscati assumono un ruolo cruciale nel contrasto alla criminalità. Grazie all’impegno di enti locali, associazioni e università, si intende garantire che tali spazi non rimangano solo un triste ricordo di uno stato di illegalità, ma diventino invece motori di sviluppo e inclusione sociale. La gestione delle risorse confiscate richiede un’attenzione particolare e l’incoraggiamento della popolazione a prendere parte attiva a quest’opera di riqualificazione.

Gli interventi del Comune e la partecipazione dei cittadini

Il vicesindaco di Casalnuovo, Salvatore Esposito, ha parlato dell’immediato avvio di lavori di ristrutturazione per un intero fabbricato che diventerà sede del Comando della Polizia Municipale, oltre a ospitare spazi per edilizia sociale e una centrale di videosorveglianza. “Tutti gli immobili confiscati sono stati assegnati a enti o associazioni con finalità sociali,” ha sottolineato Esposito, informando i cittadini riguardo alla crescente disponibilità di fonti di finanziamento per questi progetti. La visione del Comune è chiara: la riutilizzazione dei beni confiscati non è soltanto praticabile, ma necessaria per il riscatto della comunità.

La gestione di tali risorse è afflitta da limitazioni, ma con l’incremento delle fonti di finanziamento, il Comune sta ottimizzando i processi di riassegnazione e intervento. Ciò non solo rappresenta un’opportunità per coinvolgere la comunità nella riqualificazione urbana, ma anche un modo per affermare la trasparenza e la fiducia tra istituzioni e cittadini. È evidente che il successo di queste iniziative non può prescindere dalla partecipazione attiva della cittadinanza, chiamata a sostenere e contribuire a tali percorsi di cambiamento.

Il supporto dell’Università e della cultura della legalità

Il convegno, organizzato dall’Università Giustino Fortunato, ha messo in luce il ruolo dell’istruzione e della ricerca nella promozione della legalità. Il rettore Giuseppe Acocella ha evidenziato come l’università sia un presidio di formazione per le giovani generazioni, capace di innescare un cambiamento culturale significativo. La storia dei beni confiscati, sottolineata dal rettore, è anche una storia di democrazia e civiltà.

L’Università Giustino Fortunato non è solo un centro d’insegnamento, ma un polo di iniziativa culturale e sociale che favorisce il dibattito e l’analisi delle problematiche legate alla criminalità organizzata. Riunendo esperti, studenti e attivisti, si creano spazi di confronto che permettono di rielaborare e approfondire il significato di legalità e giustizia sociale nella società contemporanea. Attraverso eventi di tale genere, si auspica di promuovere una connessione sempre più forte tra università e comunità.

La Campania e il valore della trasparenza nella gestione dei beni confiscati

Il report “Rimandati” di Libera posiziona Casalnuovo come uno dei comuni più impegnati nell’utilizzo sociale dei beni confiscati. Il Comune, guidato da Massimo Pelliccia, è stato riconosciuto per i suoi sforzi in materia di trasparenza, rispondendo adeguatamente alle esigenze di riassegnazione e progettualità sociale. In un contesto come quello campano, storicamente caratterizzato dall’influenza della criminalità organizzata, l’attuazione di buone pratiche rappresenta un segnale di speranza e progresso.

Inoltre, la Campania emerge come una delle principali regioni in Italia per trasparenza nella gestione di risorse destinate al sociale. Questi dati, inoltre, sottolineano l’importanza della stretta collaborazione tra istituzioni e associazioni per garantire che i beni confiscati non debbano diventare un onere, ma un’opportunità per riscatto e cambiamento sociale. L’azione sinergica di enti locali e organizzazioni del terzo settore è essenziale per costruire un futuro senza paura e senza illegalità.

La lotta contro la criminalità organizzata

In un’ottica di prevenzione, il Consiglio comunale di Casalnuovo ha introdotto una struttura dedicata, la Banca Dati Nazionale Antimafia, dotata di personale esperto. Questo strumento è fondamentale per coordinare le attività ed implementare i provvedimenti interdittivi emanati dalla Prefettura. L’evidente necessità di una struttura organizzativa adeguata dimostra l’impegno dell’amministrazione contro l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale.

Il tema della sicurezza e del contrasto alle illegalità è al centro dell’agenda politica a Casalnuovo. Questa strategia di prevenzione mira a proteggere le imprese locali e a garantire che possano operare in un contesto sano e sicuro, libero da ogni forma di intimidazione. La rimozione delle mafie e della corruzione dalla vita quotidiana è un obiettivo che richiede un’utile mobilitazione da parte di tutti, cittadini inclusi, promuovendo la cultura della legalità come valore fondamentale per la crescita della comunità.

La sinergia tra amministrazione comunale, forze dell’ordine, associazioni e cittadini rappresenta un passo significativo verso la costruzione di una società più giusta e coesa. La strada è lunga, ma i segnali di cambiamento sono visibili.

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