Alessandro Ruspoli, noto come Dado, è una figura emblematicamente legata alla storia culturale di Roma e al cinema italiano. Quest’anno ricorre il centenario della sua nascita, un’opportunità per riflettere sul suo lascito come attore, poeta e mecenate. La figura di Dado è stata fonte d’ispirazione per molti, incluso Federico Fellini, che lo ha immortalato nel suo celebre film ‘La Dolce Vita’. I festeggiamenti in suo onore si svolgeranno nella capitale, con eventi che coinvolgeranno amici e collaboratori, testimonianza della sua influenza duratura.
Nato il 9 dicembre 1924 da Francesco Ruspoli e Claudia Matarazzo, Alessandro Ruspoli ha vissuto una vita piena e vibrante. Cresciuto in una famiglia nobile, ha spesso dichiarato che la sua vera nobiltà risiedeva nella semplicità e nella naturalezza. Pur trascorrendo gran parte della sua vita tra il mondo dell’arte e dell’intrattenimento, la sua anima rimaneva radicata ai valori autentici.
Dado Ruspoli era un attore di grande talento, apparendo in film significativi come ‘La casa del sorriso’, diretto da Marco Ferreri, e ‘Il giardino dei ciliegi’, portando sullo schermo la sua passione innata per la recitazione. La sua improvvisa popolarità non oscurava la sua personalità. Anzi, ha sempre vissuto con l’idea che l’essere attore fosse una naturale estensione del suo essere, rispondendo a chi domandava se fosse difficile fare l’attore con un semplice ‘assolutamente no’.
La sua carriera è stata arricchita dal legame con alcuni dei nomi più illustri del panorama artistico, da Brigitte Bardot a Salvador Dalì, fino a Roman Polanski e Truman Capote. Era un uomo che sapeva instaurare amicizie genuine e i suoi racconti sono sempre pieni di aneddoti divertenti e affettuosi.
Alessandro Ruspoli non era solo un attore, ma anche un appassionato mecenate. La sua generosità si è manifestata in numerosi progetti culturali, tra cui il supporto alla nascita dei Ballets de Paris di Roland Petit. La sua passione per la danza si è tradotta in un impegno concreto, contribuendo a rendere vivace la scena artistica durante uno dei periodi più entusiasmanti per la danza. Era un sostenitore di artisti che avrebbero lasciato un segno indelebile nel mondo della danza, come Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn.
La sua moglie Patricia Ruspoli ricorda con affetto come Dado fosse una persona capace di riconoscere il talento e di incoraggiare la creatività. Non era semplicemente un benefattore, ma una persona che viveva l’arte quotidianamente. Le sue parole risuonano oggi nel ricordo di un uomo che ha visto nella danza e nel teatro un linguaggio universale capace di unire diverse culture e persone.
Il ricordo di Dado Ruspoli come ‘alchimista della vita’ vive nel cuore di chi lo ha conosciuto. Patricia Ruspoli ha evocato la sua passione per la meraviglia, descrivendolo come un uomo che sapeva stupirsi delle piccole cose e vedere la bellezza nel quotidiano. “La meraviglia era la sua parola preferita”, afferma la consorte, evidenziando la sua umanità e il suo ottimismo intrinseco.
Con un evento di commemorazione in programma, che si terrà in un locale atipico di Roma, gli amici di Dado si uniranno per rendere omaggio a un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale della capitale. Il figlio Thédore, insieme a musicisti e artisti, condividerà la poesia di Dado, portando alla luce l’essenza di un artista che ha costruito la propria vita sulla bellezza e sulla curiosità intellettuale.
La sua figura incarna un’epoca d’oro di creatività e cultura, una testimonianza di come l’arte possa trasformare la vita e l’ambiente che ci circonda. A Vignanello, il suo amato rifugio, le celebrazioni proseguiranno durante il prossimo estate, sottolineando ancora una volta il forte legame tra il principe e la sua terra.
In un mondo in continua evoluzione, l’eredità di Alessandro Ruspoli continua a ispirare e a richiamare l’attenzione su ciò che rende la cultura italiana e romana così ricca e affascinante.