In Campania la situazione occupazionale si fa sempre più critica, con due vertenze industriali che promettono di avere pesanti ripercussioni sul mercato del lavoro. Al centro delle preoccupazioni ci sono gli stabilimenti della multinazionale Jabil e dell’azienda di informatica Softlab, entrambe situate nella provincia di Caserta. Con l’annuncio della cessazione delle attività dello stabilimento di Marcianise, ben 600 posti di lavoro sono ora in bilico, mettendo in allerta sindacati e lavoratori.
La vertenza Jabil e le sue conseguenze
La delicata situazione dello stabilimento Jabil di Marcianise si configura come una delle più rilevanti vertenze industriali nella regione. La multinazionale americana ha dichiarato l’intenzione di chiudere entro marzo 2025, portando a un possibile licenziamento di 418 lavoratori. La modifica del piano produttivo ha avuto origine dalla bocciatura del progetto iniziale da parte dei lavoratori, che prevedeva l’affidamento dei dipendenti a Tme Assembly Engineering Srl, una società collegata a Invitalia e alla locale Tme di Portico di Caserta.
Da questa crisi discende anche la situazione critica di Softlab, un’azienda di informatica con sede a Maddaloni che impiega 150 ex dipendenti di Jabil. Questi lavoratori erano già stati a lungo in cassa integrazione e hanno visto scadere il loro ammortizzatore sociale il 31 dicembre scorso, senza alcuna proroga attivata. In entrambi i casi, l’assenza di piani alternativi per garantire la continuità delle attività produttive rende la situazione ancora più grave e preoccupante.
Lo sciopero generale e le richieste dei sindacati
Di fronte a questa emergenza occupazionale, i sindacati hanno annunciato uno sciopero generale previsto per il 13 gennaio. La manifestazione avrà inizio dalla stazione ferroviaria di Caserta e si concluderà davanti alla sede di Confindustria. Questo evento è stato proclamato in una nota congiunta che evidenzia le difficoltà affrontate dai lavoratori locali e la mancanza di un tavolo attivo tra il Governo e la Regione Campania per affrontare queste urgenti problematiche industriali.
Nel comunicato emerge chiaramente la richiesta di un piano d’azione concreto, che prenda in considerazione sia interventi pubblici che investimenti straordinari necessari per incentivare e rilanciare il settore industriale esistente. Inoltre, i sindacati rivendicano l’importanza di sviluppare progetti in linea con le esigenze della transizione ecologica e tecnologica, un’imperativa del nostro tempo che non può rimanere ignorata.
Il rinnovo del contratto nazionale e la crisi dei negoziati
Un’altra causa dello sciopero è legata al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, il cui percorso negoziale è attualmente in stallo. Dopo sei mesi di discussioni, i sindacati denunciano l’inattività di Federmeccanica e Assistal, che non hanno accolto le proposte avanzate, presentando invece una contro-piattaforma che ha complicato ulteriormente la situazione. Questo blocco nei negoziati ha un impatto diretto sulle condizioni di lavoro e sui diritti dei lavoratori, già messi a dura prova dalle incertezze occupazionali generate dalla crisi di Jabil.
I sindacati rivendicano quindi la necessità di un dialogo costruttivo e di una rapida ripresa dei negoziati, segno che le istanze dei lavoratori non possono essere trascurate. La situazione si fa sempre più complessa in un contesto dove i posti di lavoro sono a rischio, ma i lavoratori non intendono rimanere in silenzio. La mobilitazione e l’unità sindacale si configurano come strumenti fondamentali per affrontare questa emergenza con determinazione.