Chiusura della storica sede dell’ATOM: appello alle istituzioni dimenticate

La notizia della chiusura della sede storica dell’ATOM ha gettato nello sconforto i membri della comunità di Torre del Greco. Questa associazione, attiva per oltre 30 anni, ha fornito supporto e assistenza a migliaia di cittadini, promuovendo la cultura della donazione di organi e lavorando instancabilmente per i diritti dei malati. Francesco Di Rosa, presidente dell’ATOM, ha utilizzato i social media per esprimere il suo rammarico per una situazione che rappresenta una grave perdita non solo per l’associazione, ma anche per tutti coloro che hanno beneficiato dei suoi servizi.

La storia e le attività dell’ATOM

Nata nel 1996, l’ATOM ha svolto un ruolo cruciale nel panorama associativo di Torre del Greco, affrontando tematiche legate al trapianto di organi e alla donazione. L’associazione ha organizzato numerosi eventi, tra cui convegni, progetti culturali nelle scuole e attività di servizio civile. L’impegno dei volontari è stato costante e ha contribuito in maniera significativa alla sensibilizzazione della comunità sui temi della donazione e del trapianto. Grazie all’operato degli operatori e dei soci, numerosi cittadini hanno potuto ricevere assistenza gratuita, supporto legale e consulenze sanitarie, tramite un approccio mirato a reinserire nella società le persone che si trovano in difficoltà a causa delle loro condizioni di salute.

L’impatto positivo della struttura, non solo a livello locale ma anche nell’intera Campania, è stato evidente. L’ATOM ha rappresentato un punto di riferimento per tutte quelle persone che necessitano di aiuto e supporto durante un momento particolarmente critico della loro vita, ed ha contribuito a creare una rete di solidarietà fondamentale per la sua comunità.

Il grido di aiuto di Francesco Di Rosa

Con l’emblematica chiusura della sede, il presidente Di Rosa ha denunciato l’assenza di sostegno da parte delle istituzioni locali. Attraverso un messaggio accorato sui social, ha sottolineato come, nonostante i prolungati tentativi di dialogo con le autorità, la risposta sia stata deludente. I tagli ai budget per il sociale e alla sanità a livello nazionale, e la mancanza di investimenti a livello locale, hanno di fatto messo a serio rischio la sopravvivenza dell’associazione.

Di Rosa ha evidenziato la necessità che le istituzioni dimostrino un reale impegno verso i cittadini più vulnerabili, richiamando l’attenzione sulle ingenti risorse che mancano per garantire la continuità dei servizi forniti. La risposta impegna a riaccendere l’attenzione su una grave situazione di emergenza, dove i più deboli rischiano di rimanere abbandonati a se stessi.

L’assistenza continua nonostante la chiusura

Nonostante la chiusura della sede, l’ATOM ha annunciato che le attività di consulenza e supporto continueranno, ma esclusivamente tramite canali telematici. Questa scelta permette di mantenere vivo un legame con le persone che hanno sempre fatto parte della comunità dell’ATOM. La modernizzazione dei servizi, così come l’utilizzo della tecnologia per fornire assistenza, testimoniano l’adattabilità degli operatori ai cambiamenti del contesto sociale attuale.

La storicità e il valore di questa associazione non possono svanire. I volontari e collaboratori sono stati e continuano a essere fondamentali nella lotta per i diritti dei malati e dei trapiantati. La loro dedizione e investimento di tempo e risorse non verranno dimenticati. Questo è un momento significativo che richiede una risposta immediata da parte della comunità e un rinnovato impegno da parte delle istituzioni.

Francesco Di Rosa e il team dell’ATOM, nonostante le avversità, continuano a sostenere l’importanza della solidarietà e dell’aiuto reciproco, ribadendo il motto dell’associazione: “Dona e ti sarà donato”. Una frase che rimane centrale anche in tempi di crisi, poiché esprime il senso di comunità e l’impegno collettivo nel sostenere i più vulnerabili.

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Redazione