Conclusione di Campo Alta Quota: tre giorni di sperimentazione scientifica tra le Alpi

La campagna di sperimentazione Campo Alta Quota, organizzata dall’Esercito Italiano sul massiccio del Monte Bianco, si è conclusa oggi dopo tre giorni d’intensi esperimenti ad alta quota. Questo innovativo progetto, che ha visto la cooperazione di numerosi esperti, docenti e ricercatori dei principali atenei italiani e del Consiglio Nazionale delle Ricerche , ha avuto come obiettivo centralizzare lo studio delle prestazioni del personale militare e l’efficacia degli equipaggiamenti in condizioni estreme di altitudine e temperatura.

Obiettivi e significato della campagna

Campo Alta Quota si inserisce all’interno della strategia di potenziamento delle capacità operative dell’Esercito in contesti artici e sub artici. Durante il corso dei tre giorni, i partecipanti hanno lavorato su una serie di esperimenti multidisciplinari, mirati a investigare vari aspetti legati alla meteorologia, alimentazione, statistica applicata ai materiali, processi cognitivi e l’applicazione di tecnologie avanzate come Big Data e Intelligenza Artificiale. I giovani militari, provenienti dai reggimenti delle Truppe Alpine, dal 4° Reggimento Alpini Paracadutisti, ed dalla Scuola Ufficiali dell’Esercito, sono stati sottoposti ad attività di movimento sul ghiacciaio della durata di due ore, seguite da pernottamenti in tenda, per poi sottoporsi a test valutativi.

Questa iniziativa non solo fa parte dello sviluppo delle capacità militari, ma rappresenta anche una occasione significativa di apprendimento e ricerca scientifica. La struttura dello Skyway, nei pressi del ‘laboratorio naturale’ del Ghiacciaio del Dente del Gigante, ha infatti ospitato un incontro conclusivo al quale hanno partecipato personalità di spicco, come il Sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, e alti ufficiali dell’Esercito.

Contributi scientifici e collaborazioni

Molti sono stati i contributi scientifici emersi dalla campagna, grazie alla collaborazione tra vari enti e università. L’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR ha condotto studi dettagliati sull’acclimatazione e sull’adattamento alla quota e al freddo, con un’analisi approfondita delle risposte fisiologiche dei sistemi cardiovascolare e polmonare. Queste ricerche comprendono anche la quantificazione dello stress ossidativo, dell’infiammazione e dei danni d’organo, elementi cruciali per la comprensione delle performance fisiche alle alte quote.

Altre università significative, come quella di Bologna e Milano, hanno partecipato attivamente allo studio delle performance umane e all’analisi delle reazioni neurologiche ai condizionamenti ambientali. Particolarmente interessante è stata l’iniziativa dell’Università degli studi di Milano, che ha testato micro sensori in grado di monitorare la temperatura corporea e ambientale, contribuendo non solo alla sicurezza dei militari, ma anche all’ottimizzazione dei materiali per condizioni avverse, come le innovative razzioni alimentari dell’Esercito che offrono un apporto calorico significativo in un formato ridotto.

Impatti e sviluppo di future collaborazioni

Le scoperte e le innovazioni emerse da Campo Alta Quota non si limitano a rimanere nel campo sperimentale, ma verranno integrate nelle operazioni della Difesa Italiana per migliorare le capacità operative. L’analisi e lo studio dei dati raccolti serviranno anche a favorire il confronto tra le diverse expertise aziendali nel settore tecnico militare, attraverso specifiche call tecniche. Questo processo punta alla condivisione di prodotti, soluzioni tecniche e potenziali collaborazioni future, rendendo il progetto un esempio emblematico di sinergia tra ricerca accademica e applicazioni pratiche nel settore della Difesa.

La campagna Campo Alta Quota rappresenta, quindi, un’importante tappa in un percorso di innovazione e sviluppo delle capacità militari, mostrando come un approccio scientifico e collaborativo possa affrontare le sfide imposte dall’operare in condizioni estreme.

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Redazione