Un concorso per docenti di sostegno a tempo indeterminato ha scatenato una serie di contestazioni in Campania, dopo una pubblicazione e una rettifica delle graduatorie di merito. Questo articolo analizza la situazione attuale, i requisiti di accesso e le polemiche in corso tra i candidati.
Nel dicembre 2023, l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha indetto un concorso per l’assegnazione di cattedre di sostegno nella SECONDARIA DI PRIMO GRADO. La partecipazione è stata concessa a coloro in possesso del TFA , una specializzazione necessaria per coloro che intendono lavorare a supporto di alunni con disabilità. Il percorso per l’acquisizione del TFA comprendeva prove scritte e orali, insieme a un tirocinio di almeno nove mesi in una scuola pubblica.
Il bando di concorso ha previsto una distinzione nella suddivisione dei posti. Una quota pari al 30% è stata riservata ai “triennalisti”, ovvero a quei docenti che nel corso degli ultimi dieci anni avevano prestato servizio per almeno tre anni in scuole medie statali, di cui almeno uno su sostegno. Ulteriori disposizione riguardano le categorie di riservatari secondo il DPR 487/94, con un limite massimo del 50% dei posti disponibili destinati a queste categorie.
I candidati hanno quindi presentato le domande di partecipazione e hanno superato la fase di preselezione scritta a marzo 2024, seguita da una prova orale tra maggio e luglio dello stesso anno. Successivamente, hanno atteso la pubblicazione delle graduatorie che avrebbero riflesso i punteggi ottenuti.
Il 9 agosto 2024, la pubblicazione della prima graduatoria di merito ha dato origine a un’ondata di contestazioni. Molti candidati hanno sollevato dubbi riguardo alle discrepanze tra i punteggi e hanno presentato richieste di accesso agli atti per ottenere chiarimenti, senza tuttavia ricevere riscontri utili. Questo ha alimentato ulteriormente il malcontento tra i partecipanti al concorso.
In un secondo momento, l’Ufficio Scolastico Regionale ha ammesso di avere riscontrato un “errore nell’elaborazione” dei punteggi per le riserve. Di conseguenza, il 13 agosto 2024, è stata pubblicata una nuova graduatoria che ha scombussolato ulteriormente la situazione. Coloro che erano convinti di aver ottenuto un posto si sono visti scavalcare da altri candidati, aumentando la confusione e le tensioni tra i partecipanti.
In questa nuova graduatoria, numerosi candidati, tra cui diciassette che rientravano nella quota del 30% per “triennalisti”, hanno visto il loro punteggio eroso e i loro diritti contestati. Questi sviluppi hanno portato a una serie di nuove richieste di chiarimenti e di accesso agli atti, sempre diverse dalla risposta dell’Ufficio Scolastico.
Molti partecipanti al concorso, delusi e preoccupati per le conseguenze di questo apparente fiasco organizzativo, hanno iniziato a considerare azioni legali. Alcuni di loro si sono già rivolti a legali per contestare le decisioni prese dall’Ufficio Scolastico, sottolineando come, per pochi punti, sia a rischio la loro futura stabilizzazione lavorativa.
Una candidata ha espresso preoccupazione per il fatto che, all’interno di un concorso a posti specifici, sia fondamentale considerare non solo i punteggi, ma anche il possesso del TFA e i titoli di servizio. La questione si complica ulteriormente quando si aggiungono diversi punteggi per diplomi, lauree, master e corsi di formazione.
Il conflitto si alimenta ulteriormente con il timore che la suddivisione dei posti non rispetti le percentuali stabilite dalla normativa. I partecipanti al concorso hanno fatto notare che l’attuale distribuzione dei posti non sembra coerente con il regolamento, suscitando lamentele circa la trasparenza e l’equità del processo di selezione.
Con la procedura di immissione in ruolo già avviata, la tensione è palpabile. I dubbi sulle graduatorie e le procedure di assegnazione dei posti potrebbero portare a ulteriori ricorsi da parte dei candidati esclusi. Gli interrogativi sul futuro sono numerosi e complicati da risolvere, con la prospettiva di eventuali azioni legali che potrebbero compromettere ulteriormente l’affidabilità del concorso stesso.
La questione si rende ancor più complessa dal momento che, qualora le istanze dei candidati esclusi dovessero trovare accoglimento, si profila la possibilità di riassunzione per alcuni concorrenti e di esclusione per altri, anche in presenza di un punteggio insoddisfacente. Resta da vedere come l’Ufficio Scolastico Regionale gestirà questa crisi e quali provvedimenti verranno adottati per sanare le problematiche emerse, in un contesto già di per sé delicato per un settore come quello dell’istruzione.