Un episodio inquietante segna le cronache di Caserta, dove un uomo di 48 anni ha recentemente confessato di aver commesso quattro omicidi. La confessione è arrivata direttamente dai carabinieri, sollevando interrogativi su un caso che coinvolge la malasanità e i limiti del sistema di assistenza.
Mario Eutizia, questo il nome del 48enne, ha intrapreso un percorso del tutto inaspettato nel campo dell’assistenza sanitaria. Negli ultimi dieci anni, ha cercato lavoro rispondendo a diversi annunci, presentandosi come infermiere, nonostante non avesse alcuna qualifica in ambito sanitario. Affermandosi nel settore, è riuscito a ottenere una serie di lavori saltuari, approfittando di un mercato del lavoro che cerca costantemente assistenti per anziani e malati.
Il suo profilo è divenuto appetibile grazie a annunci poco approfonditi e colloqui frettolosi che gli hanno consentito di ottenere assunzioni in circa 30 occasioni. La mancanza di una dimora stabile ha spinto Eutizia a vivere nelle case dei pazienti a cui prestava assistenza, trasformando questi momenti in una routine quotidiana. Con il tempo, è riuscito a guadagnare la fiducia delle famiglie, apparendo come una figura rassicurante, quasi un membro della famiglia.
Ma dietro questa facciata di normalità, si nascondeva ben altro. Nonostante le condizioni per svolgere tale lavoro non fossero soddisfatte, ha iniziato a curare pazienti affetti da malattie gravi, spesso in situazioni di vulnerabilità. Tuttavia, la sua empatia si sarebbe trasformata in una scelta fatale per i suoi assistiti, aprendo la strada a un inquietante dramma.
La confessione di Mario Eutizia porta alla luce un quadro drammatico. Le sue vittime erano principalmente malati oncologici o affetti da demenza senile, categorie fragili che richiedono un’assistenza delicata e competente. Secondo quanto riferito dall’imputato stesso, la sua empatia nei confronti di queste persone lo avrebbe portato a decidere del loro destino, un’affermazione che allarma e suscita interrogativi.
La prima delle presunte vittime risale al 2014 a Latina, dove Eutizia avrebbe già messo in atto le sue pratiche mortali. In quel caso, le due vittime rimangono senza nome, mentre le ultime, che si è dichiarato colpevole di aver ucciso, sono note. Le modalità degli omicidi sono simili: l’utilizzo di farmaci sedativi in dosi eccessive, effetto che Eutizia ha apparentemente appreso nel corso della sua “carriera” nel settore.
Con l’esperienza accumulata nel tempo, ha compreso appieno come funzionano i farmaci. E, pur avendo accesso a prodotti medicinali potenzialmente letali, ha scelto di abusarne, determinando un esito tragico. L’entità della sua condotta non ha solo messo in pericolo la vita altrui, ma evidenzia problematiche più ampie inerenti alla formazione e al controllo degli operatori in un settore così delicato.
Eutizia ha utilizzato un modus operandi ben definito, basato sull’impiego di potenti sedativi come il Talofen e il Trittico. Questi farmaci, normalmente prescritti per gestire disturbi psicotici e disturbi d’ansia, possono diventare letali se somministrati in dosi quadruplicate. Il suo approccio sistematico ha portato alla morte delle sue vittime, un’azione che lui stesso giustificherebbe come un modo per “porre fine alla loro sofferenza”.
Una situazione preoccupante emerge dal fatto che farmaci simili, quando somministrati correttamente, possono contribuire al benessere dei pazienti. Tuttavia, nel caso di Eutizia, il loro utilizzo è stato distorto in un meccanismo di controllo della vita e della morte, allarmando le autorità e l’opinione pubblica.
Attualmente, il 48enne è stato arrestato e si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in attesa di procedimenti legali su gravi accuse di omicidio premeditato. L’assenza di una dimora fissa ha impedito di considerare misure alternative alla custodia cautelare, mentre gli inquirenti cercano di far luce sulla portata delle sue azioni e sull’eventualità di ulteriori vittime.
In questa inquietante vicenda si pongono interrogativi sul controllo della formazione e dell’assistenza nel settore sanitario, aspetto che richiede una riflessione profonda e interventi immediati per prevenire simili tragedie in futuro.