
confisca storica di 294 milioni a imprenditore legato al riciclaggio per la camorra in italia nel 2025
Un’importante operazione di confisca ha portato al sequestro di beni per un valore superiore ai 294 milioni di euro nei confronti di Antonio Passarelli, un imprenditore di Napoli accusato di riciclare denaro di origine camorristica. L’azione è stata intrapresa a seguito di un’indagine condotta dal Gico della polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha svelato la gravità delle attività illecite di Passarelli.
Confisca di beni e patrimoni
Il Tribunale di Napoli, attraverso la sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, ha emesso un provvedimento di confisca di primo grado che comprende un totale di 18 società , 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e ben 631 immobili e terreni. Questi beni sono distribuiti in diverse province italiane, tra cui Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso. Le indagini hanno rivelato che Passarelli ha gestito il denaro sporco proveniente da vari clan camorristici, tra cui i Mallardo, i Di Lauro, gli Scissionisti, i Puca, gli Aversano, i Verde e i Perfetto. Le sue operazioni si sono concentrate soprattutto nel settore degli investimenti immobiliari, estendendosi a diverse regioni italiane, tra cui Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise.
Attività illecite e riciclaggio
Le indagini, condotte dai Nuclei PEF della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno messo in luce come Passarelli abbia realizzato operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni per un lungo periodo. Questa condotta illecita è stata confermata da una sentenza di condanna definitiva. Inoltre, è emersa una sistematica attività di evasione fiscale, con ingenti somme sottratte all’imposizione tributaria e reinvestite in operazioni commerciali e edilizie.
Disparità tra redditi e beni
Un ulteriore aspetto preoccupante emerso dalle indagini è la palese sproporzione tra i redditi ufficiali dichiarati da Passarelli e dal suo nucleo familiare e il valore dei beni posseduti. Questa discrepanza ha sollevato ulteriori sospetti sulle sue attività economiche e sulla provenienza dei fondi utilizzati per accumulare un patrimonio così vasto. Le autorità continuano a monitorare la situazione, mentre il caso di Passarelli si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro il crimine organizzato in Italia.
La confisca di questo patrimonio record rappresenta un passo significativo nella battaglia contro il riciclaggio di denaro sporco e le attività camorristiche, evidenziando l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità economica nel paese.