In un clima già teso, la Procura di Napoli si trova al centro di polemiche riguardanti l’implementazione del software App 2, progettato per migliorare la gestione dei processi penali in formato telematico. Pochi giorni prima dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, fissata per sabato con la presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il procuratore Nicola Gratteri fa sentire la sua voce denunciando gravi problemi tecnici e la mancanza di formazione per il personale. La situazione potrebbe degenerare ulteriormente, visto che i magistrati hanno già annunciato la loro intenzione di abbandonare l’aula al momento del discorso inaugurale.
Il fallimento della digitalizzazione: software inefficace e disagi
L’ambizioso progetto per la digitalizzazione della giustizia, avviato con l’introduzione di App 2 tre settimane fa, sembra trovarsi in una fase di stallo significativo. Non solo il nuovo software non riesce a superare i bug del suo predecessore, App 1, ma ha anche scatenato una serie di reazioni negative tra i magistrati. Gratteri, con frustrazione, sottolinea: «Andremo avanti con quest’agonia ancora per diversi mesi». La situazione nelle cittadelle giudiziarie è tale da costringere i giudici a tornare ai tradizionali fascicoli cartacei.
Le lamentele sono giunte incessantemente al ministero della Giustizia, ma finora non si è visto alcun intervento risolutivo. Secondo il procuratore di Napoli, le segnalazioni riguardano non solo errori tecnici ma anche problematiche legate alle procedure legali stesse. Gli addetti ai lavori si trovano a dover affrontare un quadro desolante, dove, per utilizzare il sistema telematico, è necessario affrontare ostacoli e complicazioni che portano a un rallentamento dei processi. In definitiva, il software che doveva semplificare la giustizia sta trasformando il lavoro quotidiano in una sfida costante.
Critiche e richieste di revisione: la reazione del Csm
Proprio mentre le problematiche tecniche continuano a manifestarsi, il Consiglio superiore della Magistratura ha recentemente approvato una delibera in cui si richiede al ministro Nordio di riconsiderare l’uso del deposito telematico limitandolo a casi specifici, come il decreto penale di condanna. Nel documento si evidenziano la necessità di mantenere un «doppio binario», una combinazione di pratiche analogiche e telematiche fino alla risoluzione dei numerosi problemi.
I segnali di crisi provengono anche da 87 Tribunali, inclusi quelli di importanti città come Roma, Milano e Napoli. La situazione sta diventando sempre più critica. La delibera non solo riflette la necessità di una revisione, ma accende anche il dibattito sull’imminente arrivo del ministro Nordio a Napoli, dove i magistrati hanno già preannunciato la loro decisione di abbandonare l’aula in segno di protesta.
Un sistema senza formazione adeguata: il ruolo cruciale dei corsi
Uno dei fattori che contribuisce notevolmente ai disagi riporta il procuratore Gratteri a un argomento cruciale: la mancanza di formazione adeguata per il personale. Gratteri ha fatto notare che, nonostante il lancio di App 2, non sono stati organizzati corsi di aggiornamento per magistrati e funzionari di cancelleria su come utilizzare efficacemente il nuovo software. Gli impiegati si trovano quindi costretti a improvvisarsi autodidatti, affrontando una curva di apprendimento che non può essere affrontata in modo razionale.
Il procuratore sottolinea che l’assenza di un supporto formativo ha contribuito a esacerbare le difficoltà già presenti nel sistema. Non essendoci dati ufficiali riguardanti l’entità del problema, Gratteri afferma decisamente: «Nel mio ufficio non c’è un solo magistrato che non si sia lamentato». La frustrazione è palpabile, e la sensazione generale è che, senza un intervento immediato e dei corsi formativi, il problema possa solo ingigantirsi.
Questa situazione è indicativa di un cambiamento che stenta a concretizzarsi. Il futuro della giustizia telematica, che prometteva maggiore efficienza e rapidità, è ora appeso a un filo e il rientro nel cartaceo appare come un triste ritorno al passato.