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Conosci la storia dell’Albergo dei Poveri di Napoli? Tutte le curiosità su un edificio unico in Europa

Scopri la storia dell’Albergo dei Poveri di Napoli, un edificio monumentale ricco di curiosità e unico in Europa. Ripercorriamo il suo passato!

Nel cuore di Napoli, incastonato tra Piazza Carlo III e Via Foria, sorge un gigante silenzioso che ha tanto da raccontare. Stiamo parlando del Real Albergo dei Poveri, uno degli edifici più maestosi e significativi del Settecento napoletano.

La sua mole imponente e il suo passato carico di storie di assistenza lo rendono un pezzo fondamentale del puzzle della città. Basta passeggiare lungo le sue mura per sentirsi trasportati indietro nel tempo.

Quell’architettura solenne, con la facciata imponente e i cinque cortili nascosti all’interno, non era solo una questione di estetica: era un messaggio sociale ben preciso. L’idea era chiara e ambiziosa: creare un rifugio sicuro per chi non aveva nulla, dando dignità e una speranza concreta ai più bisognosi della Napoli del XVIII secolo.

Il contesto storico in cui nacque l’Albergo dei Poveri era uno dei più dinamici e illuminati dell’epoca. Carlo di Borbone, un sovrano con grandi idee di riforma sociale, voleva qualcosa di più di una semplice struttura di assistenza. Voleva offrire strumenti reali di riscatto e di crescita. E così, nacque un luogo che non si limitava ad accogliere, ma puntava a formare e dare un futuro ai meno fortunati.

L’origine del nome e la funzione originaria

Il nome dice già tutto: “Albergo dei Poveri“. Ma dimenticate l’idea di un albergo nel senso moderno. Questo posto era molto di più: una casa, una scuola e un laboratorio insieme. Qui, orfani, anziani e poveri trovavano non solo un letto, ma anche la possibilità di imparare un mestiere o ricevere un’istruzione. Un’idea innovativa, che racchiudeva in sé tutta l’anima delle riforme illuministiche.

Il sogno prese forma nel 1751, grazie alla mente brillante dell’architetto Ferdinando Fuga. L’idea originale? Un colosso capace di ospitare fino a 8.000 persone. La facciata era lunga più di 300 metri, e i cortili interni erano progettati per organizzare al meglio la vita e le attività degli ospiti. Ma, come spesso accade, le cose non andarono proprio come previsto. I lavori andarono a rilento e, dopo la morte di Fuga, il progetto venne ridimensionato. Nonostante tutto, l’Albergo dei Poveri rimase un’opera mastodontica, simbolo delle ambizioni e delle contraddizioni del Regno di Napoli.

La facciata del palazzo a fine ‘800 (Wikipedia FOTO) – www.ilvaporetto.com

Dove si trova e perché si chiama così

Arrivare all’Albergo dei Poveri è facilissimo: si trova proprio in Piazza Carlo III ed è ben collegato al resto della città. Che si scelga la metro (linea 1 o 2) scendendo a Garibaldi, o uno dei tanti autobus che passano da quelle parti (come il 147, il 182, il 184 o il 201), l’Albergo è lì, pronto a raccontare la sua storia.

Il suo nome non è solo una descrizione pratica: racchiude l’essenza stessa della sua missione originale. Carlo di Borbone sognava un posto dove assistenza e formazione andassero di pari passo. E oggi, anche se il tempo ha lasciato i suoi segni, Palazzo Fuga – come è anche conosciuto – continua a essere una delle testimonianze più vive dell’impegno sociale dell’epoca borbonica e della storia straordinaria di Napoli.

Published by
Maria Francesca Malinconico