Il Consiglio Comunale di Napoli ha recentemente registrato una serie preoccupante di sedute sciolte per mancanza del numero legale, evidenziando un deterioramento del supporto politico verso l’amministrazione guidata da Gaetano Manfredi. Questa situazione solleva interrogativi su stabilità e gestione dell’attuale giunta, che si trova ad affrontare sfide significative nel mantenere la coesione politica.
Dal 2021 a oggi, il Consiglio Comunale di Napoli ha visto un crescente numero di sessioni non valide. In particolare, dall’inizio del mandato di Manfredi, sono state registrate difficoltà sempre più marcate nel garantire la presenza necessaria per la validità delle votazioni. Se nel primo anno ci sono state solo 5 sedute e tutte andate a buon fine, la situazione ha subito un brusco cambiamento nel 2022. Durante quell’anno, su 26 convocazioni, 2 sedute non sono neppure cominciate e 3 sono saltate durante la loro esecuzione, portando a un 19,23% di sedute non valide.
Nel 2023, il trend è peggiorato ulteriormente: su 28 sedute, 3 non sono state valide all’inizio e ben 10 sono cadute per mancanza del numero legale durante le stesse. Questo ha portato a un allarmante 46,43% di fluttuazioni nella partecipazione consiliare. La situazione è diventata ancora più drammatica nel 2024, con un preoccupante 66,67% di sedute non valide su 21 convocazioni, segnalando un’emergenza politica non solo per il sindaco ma per l’intero apparato amministrativo.
Il sovvertimento di queste dinamiche suggerisce un malessere profondo all’interno della maggioranza. Manfredi sembra trovare sempre più difficile mantenere il controllo su una coalizione che, inizialmente, si era presentata come solida e unitaria. Il crescente numero di assenze e il mancato raggiungimento del quorum minimo per approvare le delibere indicano una crescente disaffezione nei confronti del governo locale e un’arretratezza politica che crea non pochi problemi all’amministrazione. Le fratture interne all’alleanza di centrosinistra sollevano domande sulla capacità di governare e di portare avanti le politiche promettenti introdotte durante il suo mandato.
Un aspetto significativo di questa crisi è rappresentato dalle tensioni interne tra i membri della giunta e tra i partiti della maggioranza. Nino Simeone, presidente della commissione Mobilità e Infrastrutture, ha recentemente messo in discussione il management di ASìA, l’azienda municipalizzata per la gestione dei rifiuti, chiedendo una revisione della direzione. Questa richiesta non solo segna un dissenso interno, ma mette anche in evidenza come i consiglieri comunali possano non essere allineati con l’amministrazione e con le sue scelte politiche.
È evidente che ulteriori disaccordi riguardano le nomine nei consigli d’amministrazione delle partecipate, dove i membri della maggioranza sembrano più preoccupati di ottenere poltrone piuttosto che di far avanzare le delibere necessarie. Questa logica di “interessi di parte” contrasta con le necessità cittadine e con la credibilità dell’amministrazione, creando un quadro che complica la gestione e il buon funzionamento del Comune.
La crescente polarizzazione e disunione rappresentano una grave minaccia per il futuro di Manfredi a Napoli. Il rischio di un rimpasto in giunta è diventato un argomento di discussione costante tra i membri del consiglio. Tuttavia, le divergenze ideologiche e le difformità nelle visioni politiche continuano a complicare la situazione. È fondamentale per il sindaco riuscire a ritrovare un consenso e a garantire una stabile governabilità a Napoli, un obiettivo che sembra allontanarsi sempre di più.
La ricerca di un “campo largo” non è una mera questione di nomenclature, ma richiede un’effettiva volontà di cooperazione e crescita da parte di tutte le forze in campo. L’inerzia nella discussione e nei progetti rischia di compromettere non solo l’attuale consiliatura, ma anche le aspirazioni future di Manfredi, il quale ambisce a ruoli dirigenziali a livello nazionale e locale, ora messi in discussione dalle attuali difficoltà politiche.