L’incidente che ha colpito San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, ha portato a un drammatico bilancio e a un’accresciuta apprensione nella comunità locale. A partire dal 27 agosto, le operazioni di ricerca di Agnese Milanese, 82 anni, e di suo figlio Giuseppe Guadagnino, 42 anni, sono in corso dopo che un’improvvisa frana ha causato la loro scomparsa. In questo contesto complesso, la procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un fascicolo per disastro colposo, cercando di determinare le cause di questa tragica calamità .
La frana e le sue conseguenze
Una tragedia annunciata
Nella serata del 27 agosto, una frana ha colpito la frazione Talanico di San Felice a Cancello, provocando una colata di fango e detriti che ha travolto l’Apecar su cui viaggiavano Agnese e Giuseppe. La tragedia si è verificata mentre i due stavano raccogliendo nocciole in un campo, quando un temporale improvviso ha creato le condizioni perfette per il disastro. Tentando di rientrare rapidamente a casa, madre e figlio sono stati sorpresi dalla furia della natura.
L’apertura del fascicolo di indagine
Di fronte alla gravità dell’accaduto, la procura della Repubblica ha ufficialmente aperto un fascicolo per disastro colposo. Questa indagine servirà a chiarire le circostanze che hanno condotto alla frana e se vi siano responsabilità riconducibili a negligenza o a una cattiva gestione del territorio. I consulenti tecnici incaricati dall’ufficio inquirente sono attualmente al lavoro per ricostruire i fattori che hanno contribuito all’evento calamitoso.
Le operazioni di ricerca
I mezzi e le tecniche impiegate
Le operazioni per il ritrovamento di Agnese e Giuseppe hanno coinvolto un ampio dispiegamento di forze, tra cui il nucleo Gos dei vigili del fuoco. Questi specialisti sono supportati da tecnologie all’avanguardia, come droni dotati di termocamera, e da squadre di soccorritori fluviali e cinofili. Ogni giorno, i relitti di fango e detriti vengono rimossi con cura, nella speranza di trovare tracce di vita o di individuare i corpi.
Tuttavia, le ricerche hanno incontrato diverse difficoltà dovute alla natura instabile del terreno e alle continue avverse condizioni climatiche. Il ritrovamento dell’Apecar, a circa 500 metri a valle dalla posizione iniziale, ha fornito alcuni indizi, ma non ha ancora portato al ritrovamento dei due dispersi.
La ferita del cane Baila
Uno degli elementi più significativi delle operazioni di ricerca è stato l’impiego del cane Baila, appartenente all’unità cinofila dei Carabinieri di Bologna. Purtroppo, Baila ha subito un infortunio durante i lavori, costringendo le autorità a ritirarlo dall’operazione. Questo pastore tedesco era l’unico cane in grado di fiutare tracce di sangue in Italia, e la sua assenza potrebbe complicare ulteriormente le ricerche.
La comunità e le speranze
Un evento che segna il territorio
L’incidente ha colpito profondamente la comunità di San Felice a Cancello, dove tutti si stringono attorno alla famiglia Milanese-Guadagnino. I residenti esprimono preoccupazione e tristezza, offrendo supporto psicologico e materiale ai soccorritori in campo.
Le prospettive di ritrovamento
Mentre le ricerche proseguono, la speranza di ritrovare Agnese e Giuseppe sta rapidamente svanendo. Tuttavia, la determinazione e l’impegno delle squadre di soccorso rimangono inalterati. Gli sforzi sono continuati, e nonostante le difficoltà e il dolore, la comunità è unita nella ricerca della verità e nel ricordo delle vite perdute, che resteranno sempre impresse nella memoria collettiva.