Contrasto sindacale al porto di Napoli: benefit contestati e risposte dalla direzione

La recente disputa al Porto di Napoli tra sindacati e Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale ha attirato l’attenzione su delicate questioni relative ai benefit dei dipendenti, all’interpretazione del contratto collettivo e alle manovre che si prefiggono di preservare le risorse pubbliche. Mentre lavoratori e rappresentanti sindacali difendono i diritti acquisiti, la direzione dell’autorità portuale cerca di fare i conti con normative gravose e il rischio di danno erariale.

La posizione dei sindacati e le motivazioni della protesta

Le organizzazioni sindacali, tra cui Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno dichiarato uno sciopero che coinvolge circa cento dipendenti dell’Autorità di sistema portuale, ribadendo la necessità di proteggere i diritti lavorativi di lungo corso. Queste alleanze chiedono il rispetto delle disposizioni del Contratto collettivo nazionale Porti, affermando che la dirigenza attuale non sta onorando gli impegni previsti. La critica principale riguarda l’interpretazione delle leggi e delle disposizioni comunicate, con riferimento specifico alla Legge 84/94, che regola il settore portuale.

Le rivendicazioni suonano forti e chiare: i rappresentanti sindacali denunciano “l’erosione dei diritti” e l’adozione di pratiche interpretative che metterebbero a rischio il benessere del personale. Gli accordi passati, ritenuti sacrosanti, vengono messi in discussione, scatenando una serie di reazioni a catena che rischiano di compromettere le performance che la governance del Porto di Napoli ha ottenuto negli ultimi anni. La dirigenza guidata da Andrea Annunziata, il cui mandato termina a febbraio, ha affrontato l’ondata di critiche con fermezza. La direzione ribadisce che le decisioni intraprese sono state prese nel rispetto delle normative a tutela delle risorse pubbliche.

Il conflitto sui munifici e le contestazioni specifiche

La tensione, che ha portato ad un prolungamento dello sciopero, si origina anche da questioni più pratiche, come la restituzione dei buoni pasto ai rappresentanti sindacali per i giorni di permesso. Giuseppe Grimaldi, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, ha spiegato che la restituzione è già in atto: “Ci sono dipendenti che restituendo gli importi per effetto delle sentenze della Corte dei conti”. Ma il cuore del dibattito si concentra sull’applicazione di leggi controverse, come quella voluta da Brunetta, che impone decurtazioni nei primi dieci giorni di malattia, sollevando interrogativi sullo status dei lavoratori. Gli addetti, in effetti, si sentono fraintesi nel loro posizionamento giuridico, ritenendo di non appartenere alla categoria dei “dipendenti pubblici”.

Inoltre, la richiesta di chiarimenti inviata al Ministero dei Trasporti ha sollevato ulteriori polemiche, in quanto i sindacati ritengono che tali domande avrebbero dovuto essere indirizzate all’associazione datoriale nazionale e non avrebbero dovuto sorgere a livello locale. L’atteggiamento della governance locale viene percepito come “sospetto” e, secondo i sindacalisti, la situazione potrebbe essere gestita in modo significativamente più responsabile e comunicativo.

Riflessioni sulla governance e le decisioni in corso

Il clima di sfiducia tra lavoratori e direzione si riflette anche su scelte organizzative adottate dalla dirigenza che hanno avuto un impatto diretto sulla vita lavorativa quotidiana. Tra queste, l’introduzione di un rigoroso orario di lavoro e l’azzeramento delle consulenze interne, che hanno fatto sorgere non poche perplessità tra i dipendenti. La governance si trova così a fronteggiare l’interrogativo se le sue azioni siano state dettate da precauzioni necessarie per proteggere gli interessi dell’ente pubblico.

Ciò che emerge da questo complesso quadro è una necessità di dialogo e chiarezza tra le varie parti coinvolte. Se da un lato i sindacati chiedono il rispetto di diritti storicamente acquisiti, dall’altro la direzione esprime la volontà di assicurarsi che ogni decisione risponda a criteri di responsabilità e correttezza. Resta da vedere se questo conflitto porterà a un nuovo accordo oppure se le tensioni continueranno a macchiare il panorama portuale del Mar Tirreno centrale.

Published by
Valerio Bottini