L’impattante scenario post-Covid: difficoltà di reperire posizioni lavorative, basso coinvolgimento aziendale e stress elevato. Uno studio di The European House – Ambrosetti indica come la situazione influenzi la salute psico-fisica dei lavoratori, con un terzo dei dipendenti italiani che vorrebbe lasciare il proprio lavoro entro un anno.
Incremento del Benessere e della Produttività
Non tutto è perduto: politiche di corporate wellbeing possono migliorare la produttività, come evidenziato nel settore farmaceutico italiano, dove l’adozione di tali politiche ha portato a un incremento del 20% nella produttività del lavoro. Simulazioni mostrano che questo può risultare in un valore aggiunto per addetto di quasi 60mila euro.
Le ricerche confermano che un investimento medio di 2.500 euro pro capite in corporate wellbeing può generare un valore reale superiore a 11mila euro per dipendente, con benefici in termini di retention dei talenti, gestione del turnover e produttività.
Riduzione del Costo del Turnover: Benefit non Monetari come Leva Strategica
Agire sulla retention dei dipendenti può ridurre il costo del turnover complessivo per le aziende italiane, con un impatto significativo sul costo annuo del personale. Offrire benefit non monetari ai dipendenti potrebbe non solo ridurre il costo del lavoro, ma anche favorire l’innovazione delle strategie retributive, sfruttando il beneficio fiscale e l’effetto moltiplicatore del corporate wellbeing.