Corrado Calabrò, giurista di spicco e poeta di fama internazionale, celebra il suo novantesimo compleanno. La sua vita e la sua carriera si intrecciano con la storia, il diritto e la letteratura, un percorso ampio e variegato come il mare della sua Calabria, che ha sempre amato. Conosciuto per il suo contributo significativo al sistema giuridico italiano, Calabrò è anche l’autore di opere poetiche tradotte in venti lingue. La sua dedizione al Servizio Pubblico e la passione per la scrittura lo hanno reso una figura importante non solo in Italia, ma a livello globale.
I primi anni di vita e i legami con il mare
Fin da giovane, Corrado Calabrò ha sviluppato un legame indissolubile con il mare. Cresciuto a Reggio Calabria, ha trascorso molte delle sue estati tuffandosi nelle acque dello Stretto di Messina, dove il mare diventava un rifugio e una fonte di ispirazione. Ricorda il suo passato così: “Facevo nuotate di chilometri e chilometri, uscivo la notte con i pescatori, andavo a caccia alzandomi prima dell’alba.” Questa connessione con il mare è palpabile nelle sue opere poetiche, che spesso evocano sentimenti di libertà e malinconia, caratteristici delle esperienze vissute nell’infanzia.
La sua passione per lo studio emerse precocemente. Già a quattordici anni, Calabrò si immerse nella lettura di testi scientifici, come l’opera divulgativa di Einstein, accendendo così un interesse per l’astrofisica. Nonostante il prodigioso amore per la riflessione e la ricerca intellettuale, la rigida disciplina familiare non era da sottovalutare. Quando le valutazioni scolastiche non soddisfacevano le aspettative, il padre lo ammoniva severamente: “Figlio, siamo ancora al secondo trimestre; hai tempo per riparare.” Questo forte sostegno ha contribuito a formare la determinazione e la voglia di emergere di Calabrò.
Una carriera di prestigio e il contributo al diritto italiano
La formazione giuridica di Calabrò si è concretizzata all’Università di Messina, dove si è laureato giovanissimo. La sua carriera decollò rapidamente, portandolo a lavorare a Palazzo Chigi come capo della Segreteria tecnico-giuridica sotto la guida di Aldo Moro durante uno dei periodi più cruciali della storia italiana. Calabrò ricorda Moro come un uomo di Stato con una visione lungimirante, sottolineando l’importanza della sua azione in un’epoca di grande crescita economica.
Durante la sua carriera, Calabrò ha introdotto innovazioni significative nel diritto italiano, tra cui il giudizio di ottemperanza e la legge sul contratto a tempo determinato, in vigore da quarant’anni. La sua eredità giuridica è evidente, e le sue giovanili aspirazioni si sono tradotte in un impegno concreto verso la giustizia e il bene comune. Calabrò vede la fusione tra il diritto e la letteratura come una confessione del suo desiderio di esplorare le sfumature dell’esperienza umana, evidenziando come “il diritto è impegno intellettuale e civile, ma la letteratura, l’arte sono la confessione che la vita non ci basta.”
La poesia come rifugio e conquista
Parallelamente alla sua carriera giuridica, Calabrò ha coltivato la sua passione per la poesia, cimentandosi in una scrittura profonda e intensa. Fin dai suoi primi anni come assistente universitario, la poesia rappresentò per lui un rifugio, una forma di espressione attraverso cui canalizzare le sue emozioni e la sua creatività. Racconta di svegliarsi all’alba per studiare e scrivere, a volte con la figlia Maria Teresa in braccio, rivelando la dedizione che lo ha sempre contraddistinto. Questa coesistenza tra professione e passione ha portato alla pubblicazione di 23 libri di poesie, che gli sono valsi numerosi riconoscimenti internazionali, compreso il Premio Internazionale Escriduende per “Quinta Dimensione”, considerato un testamento ideologico e spirituale.
Il mare calabrese è un tema ricorrente nelle sue opere, dove emerge un mondo di libertà e solitudine. Le immagini evocative e i sentimenti di nostalgia permeano le sue liriche, rendendo il mare il protagonista silenzioso delle sue riflessioni. “Il mare va preso come viene così, con la sua stessa inconcludenza,” recita un suo verso, rappresentando perfettamente il suo legame con il luogo d’origine. Riconoscimenti come la Laurea Honoris Causa di Odessa e il Premio Gustavo Adolfo Bécquer confermano la portata e l’universalità della sua opera.
La vita di Corrado Calabrò non è solo una testimonianza di eccellenza accademica e giuridica, ma anche un viaggio attraverso le profondità dell’umanità e della creatività, un’esplorazione che continua ad influenzare generazioni di lettori e studiosi.