La sentenza di assoluzione per i cinque imputati nel processo d’appello bis sulla bonifica del Sito di interesse nazionale di Bagnoli-Coroglio segna un importante sviluppo in una delle vicende ambientali più discusse in Italia. La quinta sezione della Corte di Appello di Napoli ha stabilito che “il fatto non sussiste”, chiudendo un capitolo giudiziario che ha coinvolto figure chiave della gestione ambientale nella regione.
La sentenza della corte d’appello
Nell’udienza tenutasi presso la Corte d’Appello di Napoli, i giudici presieduti da Mariella Montefusco hanno pronunciato un verdetto che ha sollevato i cinque imputati da ogni accusa. Mario Hubler, Gianfranco Caligiuri, Alfonso De Nardo, Giuseppe Pulli e Sabatino Santangelo erano stati inizialmente accusati di reati legati alla gestione della bonifica del Sin di Bagnoli-Coroglio. Tuttavia, dopo un’attenta analisi delle prove, i magistrati hanno ritenuto che non vi fossero elementi sufficienti a sostenere la colpevolezza degli imputati.
Mario Hubler, che in passato ha ricoperto il ruolo di direttore generale della società Bagnolifutura, ha visto crollare le accuse a suo carico. I legali difensori, Alfonso Furgiuele e Luca Bancale, hanno messo in evidenza l’assenza di prove che potessero confermare il presunto coinvolgimento di Hubler in attività illecite riguardanti la bonifica. Anche gli altri imputati, supportati da avvocati di rinomanza, hanno suscitato pareri favorevoli da parte della corte. I giudici hanno accolto le argomentazioni difensive, concludendo che il procedimento giuridico non poteva proseguire.
I protagonisti del processo
Nel dettaglio, gli imputati coprono ruoli significativi, sia in ambito pubblico che privato. Gianfranco Caligiuri, ex direttore tecnico della società Stu, e Alfonso De Nardo, ex direttore provinciale dell’Arpac, sono stati al centro delle operazioni legate alla bonifica del Sito di interesse nazionale. Giuseppe Pulli, responsabile del dipartimento Ambiente del Comune di Napoli, ha guidato iniziative per preservare l’ecosistema locale durante gli anni controversi della bonifica. Infine, Sabatino Santangelo, già vicepresidente di Bagnolifutura e vicesindaco di Napoli, ha ricoperto ruoli determinanti nel coordinamento delle attività di recupero ambientale.
La vicenda di Bagnoli-Coroglio, un’area pesantemente inquinata e oggetto di interventi di riqualificazione, è stata caratterizzata da sfide legali e pubbliche polemiche. La bonifica stessa ha rappresentato un compito complesso, richiedendo un approccio multidisciplinare che coinvolgeva diverse istituzioni e attori dello sviluppo urbano.
Implicazioni della sentenza
La sentenza della Corte d’Appello di Napoli non ha solo effetti legali per i cinque imputati, ma offre anche una riflessione più ampia sulle politiche di gestione ambientale e sulla responsabilità collegata. L’assoluzione ha suscitato reazioni nel mondo politico e nelle associazioni ambientaliste, portando a interrogativi riguardo la trasparenza e l’operato delle istituzioni coinvolte nella bonifica. Sebbene gli imputati siano stati scagionati dalle accuse, la questione della sicurezza ambientale e della responsabilità giuridica resta un tema caldo nel dibattito pubblico.
La serietà delle accuse iniziali e la complessità della situazione ambientale a Bagnoli-Coroglio pongono spunti di riflessione per le attività future e per la gestione degli interventi di bonifica nelle aree critiche d’Italia. Con l’assoluzione degli imputati, il sistema giuridico ha fissato un precedente riguardo l’importanza delle prove concrete nel sostenere le accuse in ambito penale.