Corte Europea respinge il ricorso di Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l’omicidio di Sarah Scazzi

La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010. La notizia è stata rivelata durante la puntata del programma “Quarto Grado”, trasmesso su Retequattro. Questo evento segna un capitolo significativo in una delle vicende criminali più discusse in Italia, che ha coinvolto la famiglia della vittima e ha avuto un forte impatto sulla cronaca nera del paese.

Il caso di Sarah Scazzi e il processo alle sue familiari

L’omicidio di Sarah Scazzi ha scosso l’opinione pubblica italiana e ha suscitato un notevole interesse mediatico. La ragazza, che aveva solo quindici anni, fu trovata morta dopo una lunga scomparsa, un evento drammatico che si è consumato in una piccola comunità come Avetrana, in provincia di Taranto. Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano sono state accusate e condannate per il crimine, con un verdetto che ha assunto una forte connotazione emotiva e sociale.

L’indagine ha rivelato un complicato intreccio familiare, dove Michele Misseri, lo zio di Sarah, ha giocato un ruolo cruciale. Inizialmente si era dichiarato colpevole dell’omicidio, ma successivamente ha cambiato versione, generando confusione su chi fosse realmente il colpevole. Michele è stato condannato a otto anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove. Dopo aver trascorso un periodo in carcere, ha beneficiato di una riduzione della pena e oggi vive di nuovo nella sua abitazione.

La condanna di Sabrina e Cosima ha scatenato una serie di dibattiti, non solo sulla loro innocenza, che le due donne hanno sempre sostenuto, ma anche sul sistema giudiziario italiano e sulle sue potenziali falle. Il caso, emblematico della lotta tra giustizia e verità, ha portato a riflessioni più ampie sulla gestione degli episodi di cronaca nera e sulla rappresentazione mediatica degli errori giudiziari.

La decisione della Corte Europea

Il ricorso da parte di Sabrina Misseri e Cosima Serrano era stato presentato nell’aprile del 2018, e dopo sei anni la decisione della CEDU ha suscitato reazioni contrastanti. La Corte ha stabilito che il reclamo non presentava gli elementi necessari per essere accolto, chiudendo così un’altra porta per le due donne che continuano a proclamarsi innocenti.

L’inammissibilità del ricorso viene interpretata come una conferma del sistema giudiziario italiano che, pur con le sue criticità, ha fornito un quadro di accertamento delle responsabilità. La questione della giustizia, soprattutto in casi così complessi e pieni di sfumature, rimane al centro del dibattito pubblico. Media, esperti legali e cittadini si interrogano su cosa significhi essere giudicati e condannati in un contesto dove la verità sembra sfuggente.

In attesa di ulteriori sviluppi, la situazione di Sabrina e Cosima rappresenta una delle storie più tristi e inquietanti della cronaca italiana, un esempio di come il dolore e la sofferenza possano avere un eco duraturo anche nei processi legali.

Published by
Valerio Bottini