A Udine, il clima è particolarmente acceso con l’inizio del corteo di protesta, che ha preso avvio da Piazza della Repubblica in opposizione all’incontro di Nations League tra Italia e Israele, previsto per questa sera al Bluenergy Stadium. Questa mobilitazione è organizzata da un ampio gruppo di associazioni, tra cui il Comitato pro Palestina di Udine, la Comunità palestinese del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, Salaam Ragazzi dell’Olivo e i Giovani palestinesi del Fvg. L’evento si inserisce in un contesto più ampio, in cui il dibattito politico e sociale riguardante la questione palestinese è al centro di molte discussioni.
Il corteo ha visto la partecipazione di numerosi manifestanti, molti dei quali hanno esibito bandiere palestinesi come simbolo di protesta. Particolare rilievo è stato dato all’apertura del corteo, che ha visto sventolare uno striscione con la scritta “Diamo un calcio all’apartheid. Fuori Israele dalla Fifa“. Questa frase sintetizza il messaggio principale dei manifestanti: la richiesta di un boicottaggio delle attività sportive israeliane e una maggiore attenzione alle problematiche legate ai diritti umani in Palestina.
Oltre alle bandiere palestinesi, il corteo ha incluso anche simboli di pace provenienti da diversi partiti e organizzazioni, tra cui i Verdi, il Partito della Rifondazione Comunista e il sindacato Spi Cgil. La presenza di diversi gruppi organizzati ha sottolineato la varietà di adesioni e la solidarietà verso la causa palestinese. Il clima di unità e determinazione è stato palpabile, con slogan forti che richiamano l’attenzione sulla questione di un genocidio in corso. Tra le frasi più ricorrenti ci sono: “E’ in corso un genocidio, non sarà una partita a farcelo dimenticare” e “Fifa ban Israel“.
I partecipanti al corteo si sono espressi su vari temi legati alla situazione in Medio Oriente, esprimendo il loro dissenso nei confronti di quello che considerano un tentativo di legittimazione da parte di Israele attraverso eventi sportivi. Rappresentanti del Comitato pro Palestina hanno dichiarato che incontri come quello di questa sera servono a “nascondere i crimini” del governo israeliano e a distogliere l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani. La richiesta di un bando di Israele dalle competizioni sportive internazionali è quindi diventata uno degli obiettivi principali della manifestazione.
L’incontro si è aperto con l’inno nazionale palestinese, un momento carico di significato per tutti i presenti. Amer Hasan, un esponente della Comunità palestinese del Fvg, ha sottolineato l’importanza della libertà per il popolo palestinese, affermando che “la pace in Medio Oriente arriverà quando la vita di un bambino palestinese avrà lo stesso valore di quella di un bambino ebreo“. Questo messaggio evidenzia il desiderio di uguaglianza e rispetto per tutti i popoli della regione.
Massiccia è stata la presenza delle forze dell’ordine, che hanno garantito la sicurezza del corteo e presidiato le diverse aree del centro città. La decisione di rafforzare i dispositivi di sicurezza è motivata dalla natura potenzialmente conflittuale di questi eventi, in un contesto in cui le opinioni possono divergere notevolmente. Tuttavia, la manifestazione si è svolta senza incidenti significativi, e il dialogo interno tra i partecipanti ha dimostrato come, nonostante le divergenze di opinione, vi sia una volontà di discutere civilmente le varie questioni legate alla causa palestinese.
Le autorità locali, mentre gestivano il flusso del corteo, hanno mantenuto un atteggiamento attento e vigile, garantendo che l’espressione del dissento risultasse tutelata nel rispetto della legalità. La mobilitazione è quindi non solo un’occasione per esprimere solidarietà alla causa palestinese, ma anche un test per la gestione dell’ordine pubblico in eventi di questo tipo.