Negli ultimi anni, il mercato dell’usato ha subito un’importante evoluzione in diverse nazioni europee, tra cui Francia, Spagna, Italia e Regno Unito. Il fenomeno ha attratto l’attenzione delle giovani generazioni, con il 70% della Gen Z e molti giovani adulti che si sono avvicinati all’idea di acquistare articoli usati. Questa tendenza non è più limitata a un semplice bisogno di risparmiare; è diventata un vero e proprio stile di vita, associato alla moda sostenibile e all’economia circolare. Oggi, il mercato dei vestiti e degli accessori usati segna un trend crescente, con catene di fast fashion che iniziano a rispondere a questa domanda inserendo sezioni dedicate al second hand.
L’ascesa del mercato dell’usato in Europa
L’interesse per l’usato ha conosciuto un’esplosione in tutto il continente, con un incremento del 19% previsto per il 2024. Gli acquisti di abbigliamento di seconda mano, infatti, non sono più relegati ai mercatini nostalgici ma sono diventati un fenomeno urbano. Alcuni report evidenziano che i ragazzi della Gen Z sono particolarmente affascinati anche da accessori di lusso di seconda mano, come orologi di marche prestigiose. Questo nuovo modo di fare shopping consente non solo di risparmiare ma anche di adottare uno stile di vita più consapevole e rispettoso dell’ambiente.
Le piattaforme online, come Vinted e Subito, insieme a negozi fisici e pop-up, rappresentano i luoghi preferiti per queste nuove forme di interazione commerciale. Le relazioni di amicizia che si creano in questi spazi di vendita e scambio conferiscono all’acquisto di usato un aspetto sociale. Lo shopping diventa così una scusa per socializzare, condividere esperienze e promuovere l’idea di un consumo più responsabile.
Comportamenti di acquisto delle nuove generazioni
In base a recenti indagini, gli studenti di Italia, Spagna e Germania si dimostrano i più propensi ad acquistare beni usati, con una spesa media di 50 e 100 euro. I giovani inglesi, sebbene più spendaccioni, con una media di 200-400 euro, non fanno eccezione. I risultati di un’analisi condotta su 1500 cittadini europei, tra cui Millennials e Gen Z, mostrano che il 29% degli acquisti riguardano abbigliamento, seguiti da scarpe e attrezzatura sportiva.
Il fenomeno dell’usato sta iniziando a differenziarsi anche nelle sue modalità di vendita. Le nuove strategie predominano in questo mercato, con l’emergere di eventi come quelli organizzati da vinokilo, dove i capi di abbigliamento vengono venduti al chilo in un’atmosfera di festa comunitaria. Occasioni di questo tipo non solo promuovono l’usato ma contribuiscono anche a un importante movimento di sostenibilità.
Negozi e iniziative locali che spiccano nel panorama
In alcune città europee, come Parigi, i negozi dell’usato offrono esperienze uniche. Il Les sales voleurs di Rue Monge, ad esempio, si distingue per il suo approccio innovativo alla vendita di abbigliamento. Ogni settimana, il punto vendita rinnova completamente il proprio assortimento, facendo sì che i clienti tornino non solo per fare acquisti, ma anche per vivere l’emozione di scoprire nuovi capi a prezzi decrescenti. Un altro luogo di ritrovo unico è Sans Argent, un negozio dove tutto è gratuito, favorito dagli amanti dello shopping responsabile. Qui, chiunque può donare o ricevere articoli vari, favorendo un circolo virtuoso di solidarietà e riuso.
In Italia, la catena Humana Vintage offre un’interessante opportunità per acquistare capi di seconda mano, con utili destinati a progetti sociali. Inoltre, la creatività di boutique come il SiTenne Vintage Store a Roma attrae le nuove generazioni grazie alla selezione di pezzi unici, con un richiamo al passato che i giovani trovano affascinante.
Marketplace e piattaforme online: il futuro del consumo
Infine, i marketplace come Vinted continuano a guadagnare terreno tra i giovani consumatori che desiderano svuotare i loro armadi e rinnovarli con articoli di seconda mano. Con iniziative come “Operazione reselling”, l’app Subito.it permette ai giovani di riciclare regali indesiderati in modo semplice e accessibile. La crescita di questi spazi online non è solo frutto di una moda passeggera ma di una vera e propria trasformazione nei comportamenti di consumo delle giovani generazioni, sempre più impegnate nella ricerca di soluzioni sostenibili e significative.