Il Servizio Sanitario Nazionale sta vivendo un significativo cambiamento demografico, con una crescente presenza femminile tra i professionisti della sanità . Mentre oltre il 51% dei medici sono donne, la situazione si complica ai vertici, dove le donne sono ancora sottorappresentate. Questo tema cruciale emerge dal III Rapporto sulla ‘Salute e il sistema sanitario’, presentato a Roma dall’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza, un lavoro congiunto di Eurispes ed Enpam. Il report evidenzia come la parità di genere non sia ancora una realtà nel panorama sanitario italiano.
Una crescita costante nel numero di dottoresse
Negli ultimi anni, il numero di donne che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale ha visto un notevole incremento. Attualmente, circa 450.066 donne sono impiegate con contratto a tempo indeterminato nelle strutture pubbliche, un dato che rappresenta una chiara tendenza alla crescita. La percentuale di dottoresse supera il 51%, con un aumento previsto, specialmente tra le nuove generazioni. Le professioniste della sanità costituiscono oggi due terzi della forza lavoro nel settore, un risultato significativo che riflette il cambiamento della realtà occupazionale e sociale.
Nonostante questa evoluzione positiva, il rapporto mette in luce una disparità allarmante nelle carriere, specialmente nelle posizioni di comando e nei ruoli decisionali. Il documento sottolinea come le professioniste affrontino sfide specifiche, come la gestione di turni di lavoro e le problematiche di conciliazione vita-lavoro. Le difficoltà organizzative, in particolare, sembrano gravare maggiormente sulle donne, rendendo complicata la loro ascesa ai livelli più alti delle gerarchie professionali.
Rappresentanza femminile nelle posizioni dirigenziali
Un aspetto preoccupante che emerge dal rapporto riguarda la rappresentanza femminile nelle posizioni dirigenziali e apicali del Servizio Sanitario Nazionale. Le statistiche parlano chiaro: nel 2022, solo il 19,2% dei primari è di sesso femminile, mentre tra i 106 presidenti degli Ordini professionali provinciali, solo undici sono donne, rappresentando il 10% del totale. Questo squilibrio riflette un sistema gerarchico che fatica ad adattarsi ai cambiamenti demografici del personale, evidenziando la necessità di una riflessione profonda su come valorizzare il contributo femminile nei settori decisionali.
Le difficoltà per le donne di raggiungere ruoli di leadership si collegano anche alla loro maggiore presenza nelle fasce più giovani della professione. Con l’innalzamento dell’età media e il collocamento delle professioniste più giovani in posizioni di minor prestigio, diventa evidente la necessità di interventi mirati per promuovere la parità di genere anche nei vertici del Servizio Sanitario Nazionale.
L’istruzione e la carriera accademica delle donne in medicina
Un’altra area critica riguarda la presenza femminile nel mondo accademico, in particolare nelle scienze mediche. Le professoresse ordinarie rappresentano solo il 19,3% del totale, mostrando un quadro di under-representation che richiede attenzione. La mancanza di donne nei ruoli accademici di vertice è indicativa di una struttura piramidale che penalizza le donne e ostacola il progresso verso una maggiore equità di genere.
Il rapporto chiarisce che la sproporzione di genere è in gran parte connessa alla composizione per età dei medici, suggerendo che la situazione potrebbe migliorare con l’inserimento di nuove professioniste nel sistema. Tuttavia, affinché il cambiamento avvenga, è necessario uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni sanitarie e universitarie, per promuovere politiche inclusive e creare opportunità per le donne in posizione di leadership.
I dati e le osservazioni raccolte nel III Rapporto sulla ‘Salute e il sistema sanitario’ non solo evidenziano i progressi compiuti, ma anche le sfide ancora da affrontare per ottenere una reale parità di genere nel Servizio Sanitario Nazionale. La strada è lunga, ma è fondamentale proseguire per garantire un sistema sanitario che rispecchi la diversità e le capacità di tutte le sue professioniste.