La mobilitazione dei cittadini napoletani nei confronti dell’esplosione delle case-vacanza e dei bed and breakfast è in pieno fermento. Il flusso turistico che negli ultimi anni ha investito la città ha, infatti, generato una grave crisi nell’accesso agli alloggi per i residenti. Un sistema già precario ha subito ulteriori pressioni, determinando significativi aumenti nei costi di affitto. La situazione è ormai insostenibile e i residenti stanno alzando la voce per rivendicare diritti fondamentali. L’imminente manifestazione del 13 dicembre rappresenta un’importante opportunità per far sentire le proprie istanze alle istituzioni locali.
La petizione di “Resta Abitante”
Oggi, nella centralissima via Verdi, davanti al consiglio comunale, gli attivisti del collettivo “Resta Abitante” presenteranno una petizione già firmata da migliaia di cittadini. La richiesta è chiara: l’amministrazione comunale deve adottare regole che frenino la proliferazione delle case-vacanza e garantiscano il diritto all’abitare, sia nei quartieri storici che nelle periferie. La petizione vede la luce grazie a un’opera di sensibilizzazione che ha attraversato varie modalità, dalle postazioni fisiche ai banchetti a interventi virtuali tramite il portale Restabitante.org.
Gli attivisti mettono in luce le contraddizioni del mercato immobiliare napoletano: con canoni alle stelle, molte famiglie e studenti si trovano esclusi dal mercato. La situazione è divenuta così critica che si registra un aumento esponenziale delle richieste di sfratto. La richiesta di un regolamento comunale è supportata dalla necessità di politiche attive per garantire a tutti una casa dignitosa, per evitare che la foga turistica continui a calpestare i diritti dei residenti.
Manifestazione del 13 dicembre: punto di svolta
In un contesto già teso, i membri di “Resta Abitante” organizzano una manifestazione significativa per il 13 dicembre. Il ritrovo è fissato per le ore 17 in piazza Dante, un luogo simbolico per la città. Durante l’evento, saranno messe in evidenza le richieste centrali del movimento: oltre alla limitazione delle case-vacanza, ci si attende un blocco degli sfratti per morosità involontaria e la riqualificazione degli alloggi di edilizia popolare. La denuncia della situazione attuale e la richiesta di un nuovo equo canone saranno temi chiave della protesta.
Il corteo si configura anche come un’opposizione al disegno di legge Sicurezza, attualmente in discussione al Senato. Questa norma introduce inasprimenti penalizzanti nei confronti di chi partecipa a manifestazioni di piazza, creando preoccupazioni tra i movimenti sociali e le associazioni che si battono per i diritti dei cittadini.
Il dramma degli sfratti e l’aumento degli affitti
I dati riportati dagli attivisti testimoniano una realtà allarmante. Gli affitti brevi a Napoli sono andati oltre le 10.760 unità, una cifra che segna un forte incremento rispetto agli anni precedenti. Le statistiche indicano che, rispetto al 2023, nel 2024 i prezzi degli affitti sono schizzati in alto, raggiungendo un incremento del 17%. Situazioni del genere non consentono un accesso sostenibile alla casa, mettendo sul piede di guerra le famiglie che non riescono più a sostenere i costi.
Un’analisi dei canoni di locazione porta alla luce una disparità sempre più accentuata: bilocali, anche in condizioni modeste, vengono affittati a prezzi che si avvicinano a cifre stratosferiche. In Salita Sant’Antonio a Tarsia un bilocale costa 1300 euro, mentre in via Basilio Puoti un mini-appartamento viene proposto a 650 euro. La situazione è insostenibile non solo per i cittadini, ma è una questione che toca anche la dignità e la qualità della vita. Gli alloggi, un tempo accessibili a chi lavorava o studiava, sono ora concretamente inavvicinabili.
In sintesi, il mondo immobiliare napoletano si sta sempre più avvicinando a una realtà come quella milanese, con costi insostenibili che non trovano corrispondenza con i salari medi dei residenti. L’impegno dei cittadini, invitati a far sentire la propria voce attraverso la manifestazione, potrebbe rappresentare un faro di speranza per chi rivendica diritti fondamentali nel proprio territorio.