L’industria calzaturiera italiana continua a rappresentare un pilastro della manifattura nel paese. Con esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto i 12,8 miliardi di euro, si registra un incremento significativo del 61,1% rispetto al 2012. Tuttavia, i dati recenti indicano anche segnali di rallentamento, con una lieve flessione delle esportazioni dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Questo scenario complesso ha come sfondo le dinamiche del mercato e le problematiche legate alla contraffazione.
L’analisi delle esportazioni italiane nel settore calzaturiero mostra un trend positivo nel lungo periodo, evidenziando un aumento medio annuo del 4,4% dal 2012 al 2023. La Francia si conferma come il principale partner commerciale, contribuendo in modo consistente al fatturato del settore. Questo successo nonostante le difficoltà riscontrate negli ultimi due anni: tra il 2022 e il 2023, il settore ha subìto una leggera contrazione, evidenziando la vulnerabilità a fattori esterni come le condizioni economiche globali e le interruzioni nelle catene di approvvigionamento. Alcuni imprenditori si trovano ora a dover affrontare scenari incerti che possono influenzare le strategie di crescita e, di conseguenza, il posizionamento del Made in Italy sul mercato internazionale.
Un altro aspetto preoccupante è rappresentato dalla crescita della contraffazione, un fenomeno sempre più diffuso che tocca un giro d’affari illegale di circa 250 milioni di euro all’anno. Questo rappresenta un danno significativo per le aziende italiane, già provate dalla concorrenza globale. Tra le regioni più colpite, le Marche spiccano per la loro vulnerabilità: oltre 3,2 milioni di pezzi contraffatti sono stati registrati negli ultimi cinque anni, per un rischio di perdita economica che sfiora il 31% del totale nazionale. Le piattaforme online come Alibaba e Amazon Marketplace, ma anche i social media, sono spesso utilizzati per distribuire prodotti contraffatti, generando confusione tra i consumatori e danneggiando l’immagine delle aziende italiane.
Negli ultimi dieci anni, il panorama delle aziende calzaturiere in Italia ha mostrato segni di contrazione, con una diminuzione del 23,9% nel numero di imprese attive e un calo della produzione di calzature del 42,1% rispetto al 2012. Questo scenario ha colpito maggiormente le piccole e micro aziende, che censiscono rispettivamente un -9,4% e un -6,6%. Le grandi aziende, al contrario, hanno visto aumentare il loro fatturato del 58,8% dal 2012 e un incremento del numero degli occupati del 6% medio annuo. Tali dati indicano che, mentre le piccole realtà faticano a mantenere la propria posizione nel mercato, le grosse strutture sembrano adattarsi meglio agli scenari competitivi e alle sfide emergenti.
In questo contesto, le Marche continuano a mantenere una posizione di leadership nell’industria calzaturiera nazionale, con il 34,5% delle imprese italiane specializzate nella produzione di calzature. La provincia di Fermo è la più rappresentativa con 1.533 imprese, corrispondenti al 23,1% del totale nazionale. Anche la provincia di Macerata si distingue, mostrando una significativa concentrazione produttiva. Le prime venti aziende marchigiane hanno registrato, tra il 2022 e il 2023, un incremento del 6,3% nei ricavi, un risultato in controtendenza rispetto alle venti maggiori aziende a livello nazionale che hanno evidenziato una diminuzione dello 0,8%.
La lotta contro la contraffazione e la necessità di innovare rimangono sfide cruciali per il futuro del settore. È fondamentale adottare strategie che integrino innovazione, sostenibilità e qualità, al fine di assicurare al marchio italiano la sua inconfondibile reputazione sui mercati globali.