Crisi al Centro Penitenziario di Napoli: rissa tra detenute mette in luce le difficoltà della gestione

La situazione presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano sta diventando sempre più critica, con sindacati e personale penitenziario che segnalano gravi problemi di gestione. A seguito del trasferimento delle detenute dalla Casa Circondariale femminile di Pozzuoli, chiusa temporaneamente, la società penitenziaria si trova a fronteggiare tensioni crescenti che culminano in episodi di violenza. L’analisi delle problematiche in corso rivela una serie di errori strategici da parte delle autorità competenti.

Le cause della tensione nel carcere di Napoli Secondigliano

La chiusura della Casa Circondariale di Pozzuoli

La chiusura della Casa Circondariale femminile di Pozzuoli, avvenuta circa quattro mesi fa, ha costretto le detenute a trasferirsi presso il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano. Tiziana Guacci, segretaria per la Campania del SAPPE , denuncia che questa operazione si è rivelata problematica fin dall’inizio. Le autorità regionali hanno agito in modo frettoloso, senza adottare le necessarie misure preventive. È importante sottolineare che i fenomeni di bradisismo, che hanno portato alla chiusura della struttura, erano già sotto osservazione dal settembre 2024, un anno prima della chiusura, con segnali di allerta già emersi nel maggio scorso.

Confusione nella gestione delle evacuazioni

Uno degli aspetti più critici emersi dalla gestione della situazione è il ritardo nell’implementazione delle evacuazioni stabilite dalla Protezione Civile. Guacci evidenzia che il primo piano di evacuazione è stato solo avviato ad aprile, a fronte di una situazione che già richiedeva un intervento immediato. La gestione della cosiddetta “popolazione detenuta” negli istituti alternativi è risultata poco chiara e scarsamente organica, portando a una assegnazione in strutture e regimi non conformi. Gli effetti sono evidenti, con il personale di polizia penitenziaria costretto a operare in un contesto di confusione e misure tardive.

Le conseguenze degli scontri tra detenute

Rissa al Centro Penitenziario

Nella mattinata odierna, si è verificato un episodio di violenza tra detenute, con una rissa che ha richiesto l’intervento immediato del personale di polizia penitenziaria. Nonostante l’operato tempestivo, diversi agenti hanno riportato ferite durante il tentativo di sedare il conflitto. Questo evento ha messo in evidenza non solo le fragilità del sistema penitenziario, ma anche le gravi implicazioni legate ad una gestione insufficiente delle dinamiche interne del carcere.

La condizione del personale penitenziario

Il personale di polizia penitenziaria, già gravemente sottodimensionato e con risorse limitate, sta affrontando una pressione senza precedenti. La gestione delle tensioni e dei conflitti tra le detenute, unita alla complessità dell’adattamento a nuove condizioni di lavoro, ha reso l’ambiente di lavoro estremamente difficile. I sindacati, in particolare il SAPPE, chiedono un’attenzione immediata al problema, denunciando non solo la precarietà della situazione, ma anche la necessità di riforme strutturali per garantire la sicurezza all’interno delle istituzioni penitenziarie.

La situazione attuale richiede un intervento qualificato e tempestivo per affrontare le problematiche emerse e prevenire futuri episodi di violenza all’interno del carcere, evidenziando l’importanza di una gestione strutturata e ben pianificata nelle istituzioni penitenziarie.

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Redazione