Nell’anno che si sta per chiudere, la Campania si trova a fronteggiare una serie di sfide occupazionali senza precedenti, con ben sette tavoli di crisi attivi sui 35 presenti a livello nazionale. La situazione coinvolge una vasta gamma di settori, dall’automotive all’aerospazio, con un impatto diretto su migliaia di lavoratori locali. Le preoccupazioni per il futuro dell’occupazione si fanno sempre più concrete, rendendo il 2024 un anno pesante per l’economia regionale.
Tavoli di crisi e vertenze
La strutturazione dei tavoli di crisi in Campania implica un attento monitoraggio delle vertenze attive, tra cui i casi di Jabil e Softlab, che da soli contano oltre 600 lavoratori. A questi si aggiungano anche le problematiche legate ad Almaviva, che ha 44 dipendenti nella zona, e Dema, che opera nel segmento dell’aerospazio a Somma Vesuviana. Questi tavoli di crisi non sono solo statistiche, ma rappresentano le reali difficoltà di circa 5 mila lavoratori, sia diretti che nell’indotto, che affrontano l’incertezza del licenziamento. Nell’ultimo anno, diverse aziende hanno lanciato segnali di allerta riguardo la loro sostenibilità economica, contribuendo a creare un clima di timore e instabilità .
Una crisi profonda nel settore automotive
Il settore automotive si trova in una situazione critica, con una rete di crisi che affligge aziende e subfornitori. Sebbene la salvezza temporanea di Trasnova offra un barlume di speranza, la realtà è che la crisi è ben radicata e diffusa. Solo nell’orbita di Stellantis operano più di 400 aziende, molte delle quali sono in difficoltà . Le promesse riguardo il futuro dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, con l’arrivo di una nuova piattaforma per la produzione di nuovi modelli, non bastano a placare le incertezze. I sindacati pongono interrogativi su quante persone saranno impiegate nel progetto e sull’eventualità di un utilizzo esteso della cassa integrazione, strumento ormai comune nel panorama professionale campano.
Il punto di vista del sindacato
Il sindacato gioca un ruolo cruciale nel monitoraggio delle dinamiche occupazionali e nella difesa dei diritti dei lavoratori. Il leader della UIL regionale, Giovanni Sgambati, evidenzia gli errori legati alla delocalizzazione delle attività da parte di Stellantis. L’incontro con il presidente Vincenzo De Luca ha rivelato una frustrazione crescente da parte dei rappresentanti sindacali, che chiedono azioni concrete e politiche chiare per affrontare la crisi. È fondamentale che la Regione assuma un ruolo di leadership, sfruttando fondi del PNRR e invitando a un tavolo di regia per la gestione e il monitoraggio del settore automotive, al fine di attrarre nuovi investimenti.
Cassa integrazione e povertà lavorativa
La Campania ha visto un aumento considerevole delle ore di cassa integrazione, con oltre 26 milioni di ore autorizzate fino a settembre 2024. Napoli, in particolare, ha registrato quasi 14 milioni di ore, segno di un’emergenza occupazionale in atto. I segretari di CGIL e UIL sottolineano che, nonostante i problemi, Napoli possiede potenzialità da valorizzare attraverso il suo patrimonio manifatturiero. La sfida è quella di garantire formazione e riqualificazione per chi è uscito dal ciclo produttivo. Tuttavia, l’eredità del Reddito di Cittadinanza, ora sostituito dall’Assegno di Inclusione, ha visto un drammatico calo degli aiuti con oltre 71mila famiglie escluse.
La fabbrica con potenzialità future
Un segnale positivo arriva dallo stabilimento ex Whirlpool, in fase di rilancio con la nascita della Italian Green Factory, destinata a offrire lavoro ai circa 300 ex dipendenti rimasti sfortunati in seguito alla chiusura della storica azienda. Questo sviluppo rappresenta un’opportunità di risalita, anche se rimane da vedere se sarà sufficiente a contrastare la forte crisi occupazionale regnante nella regione.
La situazione è complessa e richiede un’attenzione continua da parte delle istituzioni e dei gruppi di interesse locali per evitare che il 2024 porti con sé nuove sfide insormontabili per i lavoratori campani.