Cristina Scabbia, frontwoman della celebre band milanese Lacuna Coil, ha pubblicato un’autobiografia che racconta non solo la sua carriera musicale, ma anche le sue esperienze personali. Da un’infanzia nella periferia di Milano a diventare un’icona globale nel panorama metal, la vita di Scabbia è segnata da una continua lotta contro i pregiudizi e la volontà di far emergere il valore del genere musicale che ama. Le sue parole offrono uno spaccato interessante e attuale su come la musica metal venga percepita in Italia e sulla sua evoluzione nel contesto moderno.
Il metal in Italia: una visione distorta
Come sostenuto da Cristina Scabbia, il metal in Italia soffre di un’immagine stereotipata e fuorviante che lo associa erroneamente al satanismo. “In Italia ci sono tantissimi pregiudizi sul ‘metal satanico’”, ha dichiarato. Questo atteggiamento, secondo la cantante, è radicato in una concezione culturale obsoleta che ignora la dinamicità e l’evoluzione del genere. Scabbia osserva come, mentre in altri paesi europei come i Paesi Bassi il metal venga sostenuto e considerato un valore culturale, in Italia i media tendano a evitarlo o a trattarlo con sufficienza.
La vocalista mette in luce come il pubblico italiano sia uno dei pochi a non apprezzare appieno band metal anche di fama internazionale. Famoso è il caso dei Lacuna Coil, che hanno fatto la storia del metal, con collaborazioni straordinarie e presenze a festival prestigiosi come l’Ozzfest. Tuttavia, il supporto che ricevono è limitato rispetto a quello che ottengono artisti di altri generi musicali, creando così un divario culturale e artistico.
“Le band metal si stanno evolvendo”, continua Scabbia, esprimendo la sua frustrazione. “Ci sono nuove sonorità e nuovi approcci che meritano di essere celebrati”. Un’opinione che sottolinea la necessità per i media di rivedere il proprio approccio verso il metal e di riconoscerne il valore all’interno del panorama musicale contemporaneo.
Crescita personale e professionale
Cristina Scabbia non è solo la voce dei Lacuna Coil, è anche una testimonianza di determinazione e resilienza. Nella sua autobiografia, racconta di come la passione per la musica sia sorta in giovane età, influenzata dagli ascolti di rap del fratello e dai contesti sociali circostanti. “All’epoca, ascoltare metal non era visto di buon occhio, ma ora è un genere predominante”, riflette, sottolineando come i cambiamenti culturali abbiano influenzato la scena musicale da allora.
Il suo libro, “Il diavolo mi ha venduto l’anima – Storia di una Metal Queen tra cielo e inferno”, rappresenta un importante passo nell’introspezione personale. Scabbia ammette che inizialmente non si sentiva pronta a raccontare la sua storia, ma la spinta di condividere esperienze di vita significative ha reso possibile questo progetto. Splendida è la capacità di affrontare non solo le sue conquiste, ma anche le sue sfide, come la perdita dei genitori, un argomento che ha affrontato con sincerità per aiutare gli altri a trovare un senso di speranza e rinascita.
La vita di Cristina è stata anche influenzata dall’ambiente in cui è cresciuta, un quartiere complicato di Milano. Qui ha imparato a impostare limiti e a difendere i propri sogni. Questi valori le hanno permesso di affrontare le difficoltà senza mai farsi sopraffare. La sua famiglia ha avuto un ruolo cruciale in questo percorso, offrendo sostegno in ogni fase della sua carriera.
Verso un nuovo futuro musicale
Il nuovo album dei Lacuna Coil, “Sleepless Empire“, previsto per il 14 febbraio, rappresenta un’ulteriore evoluzione nella carriera della band e della stessa Scabbia. Svelando che il disco sarà “molto dinamico”, la vocalist anticipa anche un cambio di sonorità che riflette la crescita del gruppo. “Saranno presenti tracce più oscure ed enigmatiche”, afferma, promettendo un viaggio musicale che esplorerà temi profondi e complessi.
La passione di Cristina per il gaming e la sua affinità con la cultura pop giapponese contribuiscono a darle un’identità poliedrica, mostrando come le sue influenze artistiche siano molteplici. “Quando non scrivo o non sono in tour, mi piace giocare, sono diventata ambassador di Playstation”, racconta con entusiasmo, evidenziando come il mondo videoludico sia parte integrante della sua vita.
In un’industria musicale tradizionalmente caratterizzata da stereotipi di genere, Scabbia non ha mai permesso che il sesso o la sua immagine potessero definirla. “Non mi sono mai sentita diversa, ma ho sempre dovuto dimostrare il mio valore”, ammette, sottolineando l’importanza di abbattere le barriere e supportare le artiste nel metal, creando così un ambiente inclusivo e stimolante.
L’autobiografia di Cristina Scabbia offre uno spaccato non solo della sua vita, ma anche di un’industria musicale in continua evoluzione, ribadendo la necessità di supportare e riconoscere il talento emergente, così come le eroine e gli eroi del metal italiano, che continuano a sfornare musica di qualità.